Di Roberta Miele. Non ce l’ha fatta Daniza, l’orsa che ad agosto ha aggredito un fungaiolo per proteggere i suoi cuccioli. L’anestesia somministratale durante la cattura è stata fatale.
“In ottemperanza all’ordinanza che prevedeva la cattura dell’orsa Daniza, dopo quasi un mese di monitoraggio intensivo, la scorsa notte si sono create le condizioni per intervenire, in sicurezza, con la telenarcosi. L’intervento della squadra di cattura ha consentito di addormentare l’orsa che, tuttavia, non è sopravvissuta”, spiega la nota della provincia di Trento.
Si è salvato invece uno dei due cuccioli, catturato allo stesso modo della madre e poi liberato. Il piccolo è stato dotato di marca auricolare per un costante monitoraggio. Sul posto è già operativa la squadra di emergenza, oggi stesso sarà effettuata l’analisi autoptica sull’animale. Sono stati avvisati dell’accaduto il ministero dell’Ambiente, l’Ispra e l’Autorità giudiziaria.
Le anestesie, così come è stata effettuata all’orsa, sono pericolose poiché ci sono molti fattori a determinare lo shock dell’animale. Lo sparo, necessario per la somministrazione, è la prima fonte di stress, il medicinale poi può portare delle complicanze nel caso non sia stato effettuato un test in precedenza. “L’orsa potrebbe aver avuto un problema cardiaco o metabolico sottostante che era impossibile rilevare senza analisi accurate pre-anestesia. La dose di farmaco che si utilizza per addormentare gli animali selvatici è comunque standard e dipende dal peso del soggetto”, spiega all’Adnkronos Salute Marco Melosi, presidente dell’Associazione nazionale medici veterinari italiani.
La morte di Daniza porta con sé ulteriori problemi. I cuccioli potrebbero incappare in molte difficoltà a causa del distacco traumatico dalla madre. In natura l’allontanamento è sempre graduale, l’evento potrebbe essere scioccante per loro, ancora non pronti alla sopravvivenza da soli.
L’Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) chiede le dimissioni del ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti, incapace di tutelare la bestia. “Consideriamo responsabili di questa morte tutte le autorità che hanno fatto del terrorismo psicologico contro l’orso: in primis la Provincia di Trento e gli amministratori locali ed i politici locali che hanno scatenato questa guerra di religione. Ma anche coloro i quali hanno materialmente eseguito l’intervento di telenarcosi”. Così interviene il presidente dell’associazione Carlo Rocchi.
Il WWF sta valutando di intraprendere le vie legali; inoltre l’accaduto è la conferma che il Piano d’Azione Interregionale per la Conservazione dell’Orso sulle Alpi Centro Orientali vada completamente rivisto. Intanto il Corpo Forestale sta acquisendo tutte le documentazioni del caso, è stata aperta un’indagine. L’ipotesi di reato è il delitto di maltrattamento ed uccisione di animali.