Arrivata poche ore fa la notizia della morte, a 85 anni, di Shirley Temple.
Nata a Santa Monica (California), il 23 aprile del 1928, Shirley Temple è conosciuta anche come “l’enfant prodige” o “riccioli d’oro“. Ha saputo guadagnarsi un posto d’onore sin da bambina nel panorama cinematografico di Hollywood.
Iniziò a lavorare da giovanissima, a soli 3 anni. Proprio in quelle prime occasioni le venne dato il soprannome “riccioli d’oro” sia per via della sua biondissima capigliatura boccolosa che la mamma le acconciava ogni mattina (si narra fossero 58 boccoli esatti!), sia per l’omonimo film del 1935 diretto da Irving Cumming che la rese celebre per l’interpretazione della protagonista Elizabeth Blair.
Il fulcro della sua carriera artistica si concentrò proprio durante la sua infanzia, dove seppe incantare il mondo con la sua recitazione, la danza, il canto e la sua aria da brava bambina.
Bella, brava e talentuosa, il suo precoce successo diede scandalo all’epoca dei fatti, dove parte della critica riteneva poco ortodosso “sfruttare” l’immagine di una così piccola bambina. Nulla a che vedere con i nostri tempi, dove il mondo dello spettacolo si è riempito di “Little Miss America” programmate per piacere e spinte in questo mondo con il solo obiettivo di apparire e non per incantare (se non nell’accezione negativa, per quanto mi riguarda).
Diventata grande, dopo aver passato l’adolescenza lavorando ancora fra cinema e teatro ma con minor successo, Shirley Temple non si perse nel disagio del successo svanito, bensì intraprese un’importante carriera politica che la vide diventare ambasciatrice degli Stati Uniti d’America in Ghana, tra il 1974 e il 1976, e in Cecoslovacchia, tra il 1989 e il 1992.
Il suo nome divenne un simbolo: da bambina bella e dalle buone maniere che tutte le madri desideravano, fino a diventare il nome di un cocktail analcolico!