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Mortdecai. Il film

Creato il 12 febbraio 2015 da Nasreen @SognandoLeggend

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le pellicole che – dicono – stanno sbancando al botteghino

Mortdecai

 

Titolo: Mortdecai
Regia: David Koepp
Sceneggiatura: Eric Aronson
Genere: azione, commedia
Durata: 107 minuti
Interpreti: Johnny Depp, Gwyneth Paltrow, Ewan McGregor, Olivia Munn, Paul Bettany, Jeff Goldblum

Nelle sale cinematografiche: 19 Febbraio 2015

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trailer

 

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Recensioneù
di Grove

 

È da qualche mese che sentiamo nominare questo nome altisonante e un po’ pretestuoso, di origine mediorientale: “Lui vorrebbe essere Mortdecai, lui non è Mortdecai, lei è la moglie di Mortdecai, lui è Mortdecai” recita la locandina nei cinema. Come è ovvio che sia, all’uscita di questo film, vogliamo finalmente venire a sapere “chi è questo Mortdecai?!”. E da lì è bene partire.

Innanzitutto egli è un personaggio letterario, protagonista di una trilogia di romanzi pubblicati tra il 1972 e il 1985 e ideati dal quasi sconosciuto (a noi) Kyril Bonfiglioli, scrittore inglese di culto nel suo paese. Bonfiglioli descrive Charlie Mortdecai come presuntuoso, insofferente e sofisticato nelle scelte del look e nelle maniere. Sempre sull’orlo del lastrico, fine conoscitore d’arte, si improvvisa occasionalmente mercante andando a “recuperare” determinate opere d’arte per conto di alcuni suoi clienti milionari, così da riappianare, almeno un minimo, i suoi ingenti debiti.

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Il ruolo di Mortdecai sembra effettivamente fatto su misura per Johnny Depp che, leggendo la sceneggiatura di Eric Aronson, sarà il primo a proporla al suo collega di vecchia data, nonché amico, David Koepp che accetterà senza remore la regia. Secondo le idee di Koepp la trama vuole essere solo un diversivo, una scusa per mostrare (o introdurre?) al grande pubblico il personaggio di Mortdecai, come anche il suo fitto universo sociale. E così ecco il nostro beneamato Johnny Depp addobbato a dandy che, incurante delle proprie origini statunitensi, interpreta con scioltezza il truffatore inglese, ispirandosi liberamente ai grandi attori del cinema comico di Oltremanica. Primi fra tutti Peter Sellers (con il suo Ispettore Closeau) e Terry Thomas, con il suo caratteristico spazio tra i denti, richiesto appositamente da Depp per interpretare il suo Mortdecai. In primissimo piano dall’inizio alla fine del film, i suoi peculiari baffi, trattati come se fossero un’entità a sé stante, emblema della sua personalità. Baffi a cui Mortdecai proprio non può rinunciare, neanche di fronte alle richieste della sua amatissima moglie, Johanna Mortdecai (Gwyneth Paltrow), che indignata dal nuovo look del marito gli nega categoricamente di entrare in camera da letto fino al momento in cui non deciderà di tagliarseli. Johanna è una donna furba e intelligente, sicuramente più del marito che, come in una trama a parte, andrà alla ricerca dell’opera di turno, che nel film in particolare è un Goya di inestimabile valore, contornato da un’aura di leggenda. La leggenda vuole che sul retro del dipinto vi sia stato trascritto il codice per un conto bancario dove Hermann Goering, capo della Luftwaffe, aveva nascosto l’oro nazista. Incaricato dalla Regina in persona Charlie Mortdecai si imbarcherà in quest’avventura per recuperare il quadro rubato, accompagnato dal suo fedelissimo tuttofare, maggiordomo autista e scagnozzo, Jock Strapp (interpretato da Paul Bettany). A rendere più difficile l’impresa ci penseranno però dei russi inferociti, un terrorista di fama internazionale e, come se non bastasse, la sua adoratissima moglie.

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Il film scorre ma la sua trama/diversivo si sente e, grosso errore a parer mio, finisce con il togliere fiato ai personaggi. Tutto gira attorno a quello che dovrebbe diventare a tutti i costi un personaggio di culto e le parti più interessanti della pellicola appaiono appunto quelle dove gli viene lasciato maggior spazio. Molto divertenti sono le scene in cui Charlie si trova ad interagire con la moglie o con il suo sgherro; in quei punti il film rallenta (talvolta in maniera piacevolmente forzata) e si ha tempo di godere della goffaggine e delle freddure del protagonista, o chi per lui. Perfino nelle sparatorie, la credibilità si fa da parte per dare spazio a quello che diviene poi uno sketch alla inglese, e la cosa funziona.

Eppure nella maggior parte del tempo quello che doveva rimanere un film inglese vecchia maniera viene contaminato da alcuni elementi tipici del cinema americano. L’azione diviene più preminente rispetto alla commedia e la trama finisce col sovrastare i personaggi e le loro battute, trasformando l’ottima iniziativa in un film come tanti altri. In particolare a quelli che dovevano essere solo personaggi secondari viene sottointesa una buona caratterizzazione, che però viene approfondita solo superficialmente, primo fra tutti il sacrificato personaggio di Ewan McGregor che appare inconsistente; anche Gwyneth Paltrow sembra non aver proprio tempo per entrare nel suo personaggio. Perciò il film scorre, ma anche troppo velocemente! Non a caso il cinema comico inglese degli anni ’60, ’70 a cui il film vuole rifarsi, preferiva confinare le scene d’azione a piccoli spazi della trama, per permettere allo spettatore di godere dei personaggi e delle ben più importanti scene umoristiche.

A giostrarsi meglio di chiunque altro nella situazione, nei panni sempre ben calzanti di antieroe vigliacco, risulta essere Johnny Depp. Tuttavia i suoi personaggi cinematografici nel tempo cominciano a sovrapporsi e a mostrare fin troppe caratteristiche comuni… insomma tenendo conto dei suoi ultimi 15 anni di attività vedere un “nuovo” personaggio di Depp finisce col darci una spiacevole sensazione di déjà vu. Nonostante ciò ancora diverte, ancora ci fa sorridere, ma per quanto ancora?

Altro particolare, secondo me non indifferente, è il fatto che fin dall’inizio del film veniamo sommersi dalle mille caratteristiche del protagonista, come se dovesse essere presentato e giustificato fin dall’inizio del film, quando invece molti dei suoi particolari li si poteva far emergere nel tempo, come avvenne con il mitico Jack Sparrow ne “La Maledizione della Prima Luna”. Che la scelta sia dovuta alla preoccupazione di rendere a tutti i costi “cult” il personaggio di Charlie Mortdecai? Eppure le prerogative per creare un personaggio di tutto punto c’erano e le interpretazioni di Johnny Depp sono una garanzia perché ciò avvenga, a prescindere dalle mille particolarità che un personaggio può avere. Che siano state mantenute per far fede al personaggio letterario di Bonfiglioli? A quel punto però ricorderei che Bonfiglioli ha avuto ben tre libri per far conoscere il suo personaggio, e che se anche lo avesse presentato tutto nel primo romanzo, i tempi di un libro sono ben diversi da quelli di un film.

Infine è bene citare Paul Bettany, perché nei panni di Jock Strapp appare, al contrario degli altri personaggi secondari

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, molto convincente. Freddo e risoluto diventa un’ottima spalla per un Mortdecai disorientato e sognante. Il suo occhio di vetro e la sua cicatrice cozzano intelligentemente con la sua fama di sciupa femmine e con la sua acuta furbizia, fornendoci un personaggio singolare. La coppia “Mortdecai+Jock” perciò avrebbe funzionato, ma la formula usata per farla risaltare è risultata carente.

Tirando le somme, quella che doveva essere un’occasione di rinascita della commedia all’inglese diviene una semplice rivisitazione americana che finisce solo con l’ammiccare goffamente al cinema britannico del tempo. Addirittura ci fa rimpiangere la ben più convincente proposta dello Sherlock Holmes di Guy Ritchie, che di inglese voleva avere solo il nome del personaggio di Conan Doyle, e così è stato. Qui invece le premesse erano molto più ambiziose e pretestuose, ma il risultato è stato ben al di sotto delle aspettative.

La nostra anteprima a Mortdecai ⇒ QUI

 

Mortdecai. Il film

~ Grove.


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