Morte a Videodrome

Creato il 08 gennaio 2011 da Lorant88
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Era solo il 1983
Regia: David Cronenberg
Interpreti: James Woods, Sonja Smits, Deborah Harry
Fotografia: Mark Irwin

Montaggio: Ronald Sanders


Max Renn dirige a Toronto un piccolo canale televisivo trash che trasmette sesso e violenza. Un giorno scopre una trasmissione pirata, Videodrome, che trasmette snuff movie. Max vuole a tutti i costi contattare chi si cela dietro Videodrome e lo farà avvicinando il professor O’Blivion, inventore nonché prima vittima della trasmissione, e Barry Convex, rappresentante della multinazionale dalla mire totalitarie Spectacular Optical. Ma Max viene colpito da un delirio allucinatorio che abolirà tutte le frontiere tra realtà, sogno e immaginazione, forse a causa del segnale-videodrome che causa un tumore al cervello. Divenuto una sorta di videoregistratore vivente che tutti possono programmare e pedina all‘interno di una cospirazione, cercherà la trasmigrazione in una non meglio precisata “nuova carne”.

Assistiamo ad una profusione di immagini la cui provenienza non è mai definita e ampiamente sospetta. L’abilità di Cronenberg sta nell’alternare immagini sane ad altre contagiate dall’allucinazione provocando in noi un dubbio sistematico. Lo spettatore non riesce mai ad identificarsi pienamente con Max, in quanto non può capire se questi è la vittima di un complotto oppure è lui stesso ad allucinarsi la vita modellandola sui propri desideri, dei quali Videodrome rappresenta la concretizzazione più esplicita. 


Una delle scene più pregnanti in questo senso è quella in cui Convex posa sulla testa di Max un “casco da allucinazioni” che permette di visualizzare e registrare le allucinazione generate dal segnale-videodrome. Attraverso il visore del casco, Max dapprima comincia a intravedere forme imprecisate, che a poco a poco raggiungeranno lo stadio di definizione video e che con l’apparizione di Nicki diventeranno chiare e nitide come la pellicola cinematografica. Lo spettatore è costretto a farsi carico della veridicità dell’allucinazione, della sua realtà incarnata nell’immagine. D’ora in avanti ogni immagine e ogni informazione del film può apparirgli dubbia o il prodotto di una mente distorta, portandolo inoltre a rimettere in discussione quanto visto in precedenza. Nicki e Bianca, la figlia del professor O’Blivion, potrebbero non esistere affatto ed essere nella loro fusione il prototipo della donna ideale di Max.

Max potrebbe persino essere uno psicotico allo stadio terminale e non essersi mosso per tutto il tempo dalla sua stanza.

Una cosa è sicura: Cronenberg con Videodrome ha dato vita ad una brillante metafora sul potere dell’immagine.
Siamo tutti "automi" vittime non consapevoli, senza volontà, controllati psicologicamente dalla TV. 

Gli strumenti dell'autodistruzione sono creati e alimentati da noi stessi: questo è il compito della pistola che si fonde con la mano e questo è il compito del tumore, creato e alimentato dal cervello.

Questo male non si può combattere, se non distruggendo il proprio corpo,  dando vita alla nuova carne

morte a Videodrome!


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