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Morte di Osama bin Laden: l’interessante punto di vista di Al Jazeera

Creato il 02 maggio 2011 da Milleorienti

Lasciamo perdere la nuvola mediatica alzatasi in Occidente per la morte di Osama bin Laden e Morte di Osama bin Laden: l’interessante punto di vista di Al Jazeeraconcentriamoci su una delle poche voci davvero lucide in questa situazione: Al Jazeera. Il sito del celebre network televisivo del Qatar mette in fila i fatti salienti a partire dalle due domande più importanti: 1) quali informazioni possiamo trarre dalle circostanze della morte di Osama? 2) cosa cambia, e per chi, con la sua morte?
Dunque, ecco cosa possiamo rispondere a queste due domande, anche alla luce delle considerazioni svolte da Al Jazeera.

1) bin Laden è stato trovato e ucciso dagli americani non in Afghanistan bensì in Pakistan, in una villa-bunker costruita cinque anni fa alla periferia di Abbottabad. Questa cittadina si trova a soli 60 kilometri dalla capitale pakistana Islamabad. Inoltre, Abbottabad è la sede della Pakistan Military Academy, quindi è strapiena di militari. E’ pensabile che a tutti i militari presenti nella città, e ai servizi segreti pakistani (Isi) della vicina capitale, sia sfuggita per anni la presenza dell’uomo più ricercato del mondo e dei suoi luogotenenti? No, non è pensabile. Si evidenzia quindi, ancora una volta, la complicità del regime pakistano (o di segmenti importanti del regime pakistano) con al Qaeda. Questo non potrà non avere ripercussioni, per esempio, sui larghissimi finanziamenti che gli Usa forniscono al Pakistan da anni. La morte di Osama quindi evidenzia la strutturale debolezza americana e occidentale nell’area centroasiatica: gli Usa non hanno alleati credibili e affidabili nell’area (il rapporto con l’India, basato sull’accordo nucleare, è ancora da consolidare). Non a caso gli Usa hanno impiegato dieci anni a trovare e uccidere bin Laden, e l’hanno fatto solo ora, quando il potere dello “sceicco del terrore” è svanito da tempo.
Inoltre, il Pakistan è ormai un Paese allo stremo, sotto il gioco del terrorismo islamico:  nessuno ha festeggiato la notizia della morte di Osama, per paura di ritorsioni violente da parte degli islamisti radicali. Oggi ci sono molti più militanti di al Qaeda in Pakistan che in Afghanistan.

2) Al Qaeda del 2011 è una cosa molto diversa da quella del 2001. Da tempo bin Laden era solo una figura di importanza simbolica, avendo passato lo scettro del potere ai suoi luogotenenti. Prima conseguenza: nessun miglioramento per la lotta occidentale al terrore islamista. Al Qaeda oggi è un puzzle di organizzazioni indipendenti, tenute insieme da tenui legami, e il cuore di al Qaeda è ormai nel Maghreb. Seconda conseguenza: al Qaeda utilizzerà la figura di bin Laden come shahid, “testimone della fede” cioè martire, per scatenare attentati in tutto il Nord Africa. Terza conseguenza: verranno preparati attentati per “vendicare il martire” anche in Occidente. Dovranno stare all’erta le forze di sicurezza dei Paesi occidentali. Quarta conseguenza: la morte di bin Laden rafforza politicamente il presidente americano Obama in vista delle prossime elezioni, benché gli effetti positivi per Obama si riflettano solo sul piano della politica interna americana. Sul piano della politica estera, invece, ora Obama avrà nuovi problemi a giustificare la presenza militare Usa in Afghanistan, di fronte un’opinione pubblica americana che ha avuto la sua “vendetta” per l’11 settembre.
Diverso ma ugualmente interessante, in merito a quest’ultimo argomento, il punto di vista del Sole 24 Ore, secondo cui proprio la morte di bin Laden sarebbe la prova di un nuovo accordo di vertice fra Pakistan e Usa (testimoniato simbolicamente dal fatto che la tv pakistana ha trasmesso le immagini di bin Laden prima di quella americana), il che potrebbe facilitare la exit strategy americana dall’Afghanistan. La consegna di bin Laden agli americani sarebbe insomma il test di una nuova affidabilità del Pakistan nei confronti degli Usa, e un segnale lanciato a tutte le formazioni guerrigliere islamiste dell’area.
Il “Grande Gioco” dell’Asia centrale si modifica ma resta complicatissimo. Ne riparleremo.


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