Se avrete la pazienza di leggere queste poche righe tratte dal romanzo di Thomas Mann, condividerete con me l'idea che siamo di fronte ad uno dei pezzi più alti di tutta la letteratura mondiale ( dichiarazione impegnativa, lo ammetto)
Gennaio 1875, intorno al letto di morte di Thomas Buddenbrook
"Comparve infine Chrisitian. Mentre era al circolo aveva ricevuto la notizia della caduta del senatore ed era venuto via subito. Ma per paura di qualche spettacolo raccapricciante aveva fatto una lunghissima passeggiata fuori porta, sicché nessuno lo aveva potuto trovare. Si decise infine a rientrare, e nel vestibolo seppe che suo fratello era già spirato.- Ma non è possibile! - egli disse, e salì zoppicando le scale, con occhi spiritati.Fra la sorella e la cognata s'avvicinò al letto di morte. E lì stette, col suo cranio calvo, con le guance scavate, coi suoi baffi penduli, col suo nasone gibboso, ritto sulle gambe sottili e storte, un po' insaccato, un po' simile a un punto interrogativo; e i suoi occhietti infossati fissavano il volto del fratello che appariva così muto, freddo, alieno e inoppugnabile, così inaccessibile ad ogni giudizio umano... Gli angoli della sua bocca erano rivolti all'ingiù, con un'espressione quasi sdegnosa. - Tu non piangerai alla mia morte,- gli aveva rinfacciato Christian; e ora invece era morto lui, morto semplicemente, senza dure una parola, si era ritirato nel silenzio, signorile e intangibile, e come tante volte nella vita abbandonava spietatamente l'altro a una cocente umiliazione! Aveva agito bene o male opponendo sempre un freddo disprezzo alle sofferenze di Christian, al tormento, all'uomo sul divano, alla bottiglia di spirito e alla finestra aperta? Questo quesito cadeva, non aveva più senso, poiché la morte con parzialità capricciosa e imprevedibile aveva distinto e giustificato lui, lo aveva accettato e accolto e reso oggetto di venerazione procurandogli a forza il reverente interesse di tutti, mentre disdegnava Christian e avrebbe continuato a beffarlo con cento angherie e canzonature che non incutevano rispetto a nessuno. Mai Thomas Buddenbrook aveva ispirato tanta ammirazione al fratello come in quell'ora. Il successo è ciò che conta. Il rispetto degli altri per le nostre sofferenze ce lo procura soltanto la morte, che nobilita anche le sofferenze più meschine. -Hai avuto ragione tu, io m'inchino -, pensò Christian, e con un movimento rapido e goffo piegò il ginocchio e baciò la mano fredda sulla trapunta. Poi si alzò e cominciò a girare per la stanza con occhi irrequieti."