Eta Carinae è il sistema binario distante circa 8.000 anni luce dal nostro Sole. Composto da due astri gli astronomi prevedono che uno di questi tra non molto, si trasformerà in una supernova ed esploderà. La più grande delle due stelle di Eta Carinae si sta, dunque, avviando e, in breve tempo, alla fine della sua vita. Naturalmente stiamo parlando di tempo in termini astronomici e dunque inteso nell’arco di un milione di anni.
Eta Carinae è un astro blu, situata in uno dei tratti più brillanti della Via Lattea, uno dei più luminosi e più massicci conosciuti. Nonostante la sua natura di stella ipergigante, Eta Carinae è invisibile ad occhio nudo, ma in altre epoche è stata ben osservabile nel un cielo stellato dagli astronomi, anche se non possedevano telescopi potenti. Testimone di questo è la sua stessa lettera della Nomenclatura di Bayer perché raggiunse e persino superò la luminosità della stella Canopo.
Proprio la sua caratteristica di “volubilità” sarebbe il primo indizio rivelatore della sua imminente fine, provocata dalle violente esplosioni di materiale che la stella subisce periodicamente e che sono in grado di modificarne la magnitudine e quindi la brillantezza. Le enormi nubi di materia, che in sostanza sono l’effetto dell’esplosione avvenuta un secolo e mezzo fa, è conosciuta come Nebulosa Omuncolo, una nebulosa a emissione che circonda la stella massiccia Eta Carinae, posta all’interno di una più estesa regione H II che prende il nome di Nebulosa di Eta Carinae.
I cambiamenti e le mutazioni vengono tenute d’occhio dal telescopio Hubble della NASA sin dal suo lancio nel 1990. Quando avverrà l’esplosione e Eta Carniae morirà si trasformerà in una supernova. Sarà uno spettacolo incredibile e veramente speciale, uno spettacolo ancora più luminoso della sua ultima esplosione e che ci racconterà molto in più di quello che sin ora sappiamo del mondo delle stelle.