DANNI AL COMUNE DI NAPOLI PER 3,2 MILIONI. COINVOLTO UN NOTAIO TRUFFA AL CIMITERO, CAPPELLE RIVENDUTE ALL'INSAPUTA DEI TITOLARI
09 giugno 2015- Neppure con la morte hanno trovato pace: vecchie cappelle funebri scassinate, svuotate dei resti mortali, poi fatti sparire, e rivendute all'insaputa dei titolari. E' accaduto nel cimitero napoletano di Poggioreale dove la Guardia di Finanza ha scoperto una vera e propria compravendita illegale di loculi, anche on-line, nella quale sono risultati coinvolti un notaio, Filippo Improta, di 69 anni (destinatario di una misura cautelare di sospensione dell'attività per sei mesi), due titolari di altrettante agenzie funebri e altre 14 persone, tra cui alcuni dipendenti comunali, che avevano il compito di segnalare le cappelle abbandonate da "riciclare". Le indagini sono state coordinate dal procuratore aggiunto di Napoli, Vincenzo Piscitelli, e dal sostituto procuratore Ludovica Giugni. Tra gli indagati, figurano anche persone appartenenti a note famiglie operanti nel settore delle pompe funebri di Napoli che acquisivano, di fatto, la gestione delle cappelle utilizzando dei prestanome. La compravendita illegale, è stato stimato, ha prodotto danni al Comune di Napoli quantificati in circa 3,2 milioni di euro. I finanzieri hanno eseguito perquisizioni e anche alcuni sequestri, in particolare di una cappella e di quattro nicchie. L'inchiesta della Procura è partita nel 2012, dopo la denuncia presentata da una famiglia che, tornata a Napoli dopo un lungo periodo di assenza, ha trovato al posto dei propri cari estinti, una cappella lussuosamente ristrutturata con tanto di cancello all'ingresso. E dei loro defunti nessuna traccia. Il notaio coinvolto nell'inchiesta, secondo l'accusa, si sarebbe prestato alla compilazione di atti falsi per la compravendita delle cappelle che, com'è noto, non possono essere vendute. I titolari, infatti, in caso di rinuncia, sono tenuti a informare il Comune affinché possa provvedere a una nuova assegnazione pubblica dell'area e alla riscossione del prezzo della nuova concessione. Secondo il gip del tribunale di Napoli, il giro di truffe si era consolidato divenendo un vero e proprio 'sistema', anche grazie alla presenza di informatori, tra cui alcuni dipendenti comunali, che segnalavano i possibili obiettivi tra cappelle e loculi - alcuni risalenti all'800 - che difficilmente sarebbero stati reclamati dagli aventi diritto. L'organizzazione, inoltre, proponeva anche on-line i propri 'prodotti': una cappella, poi sequestrata, era stata offerta a 800mila euro su un noto sito di vendite immobiliari. In un altro caso un manufatto funebre fu venduto per 245mila euro, contro i 40mila dichiarati nell'atto di compravendita. Nei mesi scorsi, sulla base degli elementi che emergevano dall'inchiesta, il Comune di Napoli ha attivato la revoca delle concessioni - e la conseguente riacquisizione al patrimonio pubblico - di una novantina di manufatti funerari ceduti illegalmente, il cui valore complessivo è di gran lunga superiore ai 2,5 milioni di euro rilevati dagli atti di compravendita. Secondo gli inquirenti, le attività criminose della banda erano proseguite anche dopo l'apertura dell'inchiesta: gli imprenditori indagati del settore funerario Vincenzo Tammaro e Gennaro Reparato, sono accusati di aver prodotto false prove al tribunale del Riesame, alterando le annotazioni riportate sul registro comunale di deposito delle salme.
La caduta morale dell'Italia è inarrestabile.
Nessuno si accontenta di guadagnare onestamente il necessario, e per soldi, sempre più soldi, non ci si ferma neppure davanti alla sacralità della morte.
L'ignominia non ha faccia e non si ferma davanti all'abiezione più bassa. Morti estratti e gettati chissà dove; forse in ossari comuni, data la rete di connivenze corrotte all'interno delle strutture comunali preposte ai servizi cimiteriali? Con cinismo aberrante, sfrattati i morti, vendevano le loro tombe, nella supposizione che, essendo tombe antiche, non ci fosse più nessuno a reclamarle!
Credo che l'Italia deve mettersi in testa che la soluzione della putrefazione morale sta solo nella rigida applicazione delle pene, altrimenti il cancro in metastasi avanzata ingoierà il Paese.
Nell'articolo si legge che al notaio che si è prestato ad avallare codesti "passaggi di proprietà" è stata applicata "una misura cautelare di sospensione dell'attività per sei mesi"!!!
Ma stiamo scherzando? Curiamo il cancro in metastasi con l'aspirina quando c'è a disposizione una potente chemioterapia? AL NOTAIO INDEGNO SI RITIRA IL SIGILLO NOTARILE PER SEMPRE, PUNTO E BASTA!
La legge stabilisce tale punizione per molto meno: ad esempio se si rogita una casa con parti abusive senza concessione edilizia!!
Se continuiamo così, senza la giusta fermezza stabilita dalla Legge, l'Italia è perduta in un mare di merda!