Sì, tutto vero, purtroppo. Tutto documentato. Lo aveva
già scritto Carlo Formenti qualche anno fa (forse con meno descrizioni da Mondo
Movie alla Gualtiero Jacopetti). Epater le bourgeois, ça va sans dire. Siamo tutti marionette, morti di fama, disposti a
venderci per un piatto di lenticchie e forse ancor meno. Prigionieri di
un’assurda matrice, siamo cani di Pavlov che allegramente producono contenuti, arricchendo multinazionali digitali fondate e dirette da imberbi adolescenti
dallo sguardo ammaliante e le tasche piene di dollari e che sembrano personaggi di un
plot postmoderno dagli echi delilliani. I tenutari dei blog letterari portano
il cervello all’ammasso, ipnotizzati dai luciferini pifferai di Hamelin delle
case editrici, assediate dal disastro e che li vedono non come avanguardie,
bensì come ultime spiagge (parole degli Autori). I selfpublisher sono
inconsapevolmente al servizio di qualche algoritmo misterioso e gli ebook
contan poco o nulla. Inquietanti fenomeni da baraccone siliconati popolano lande digitali,
spargendo visioni di se stessi come gli scorticati di Fragonard.
È una vita difficile, proclamava anni fa Tonino
Carotone o, come già nel 1914 cantavano i fanti inglesi, le cui trincee di
morte sconvolsero ben più di un membro degli Inklings, it’s a long way to
Tipperary.
Peccato che siamo ancora forse al giuseppinismo o a
Napoleon Duarte che voleva cambiare dall’interno il Salvador mentre gli
squadroni paramilitari gli rapivano la figlia, o al salotto settecentesco dove
intellettuali certamente illuministi danno comunque consigli al sovrano
borbonico o asburgico di turno (e anche in quell’epoca non è che Voltaire fosse
una mammoletta, editorialmente parlando, vedi Il futuro del libro, di Robert Darnton). Il problema è sempre
quello: capire da che parte della matrice siamo schierati, anche se abbiamo
fatto nostro il motto di Andreas Baader, Ulriche Meinhof e Gudrun Ensslin, battere cioè la borghesia
con i suoi propri mezzi (e infatti Morti
di fama ha un tumblr e un indirizzo gmail).
Forse tutti noi, (autori del saggio e lettori)
dovremmo inghiottire la famosa pillola rossa.
Un libro.
Morti di fama, di Giovanni Arduino e Loredana Lipperini
(Corbaccio).
Magazine Cultura
Morti di fama, di Giovanni Arduino e Loredana Lipperini (Corbaccio)
Creato il 15 ottobre 2013 da Angeloricci @angeloricci
Sì, tutto vero, purtroppo. Tutto documentato. Lo aveva
già scritto Carlo Formenti qualche anno fa (forse con meno descrizioni da Mondo
Movie alla Gualtiero Jacopetti). Epater le bourgeois, ça va sans dire. Siamo tutti marionette, morti di fama, disposti a
venderci per un piatto di lenticchie e forse ancor meno. Prigionieri di
un’assurda matrice, siamo cani di Pavlov che allegramente producono contenuti, arricchendo multinazionali digitali fondate e dirette da imberbi adolescenti
dallo sguardo ammaliante e le tasche piene di dollari e che sembrano personaggi di un
plot postmoderno dagli echi delilliani. I tenutari dei blog letterari portano
il cervello all’ammasso, ipnotizzati dai luciferini pifferai di Hamelin delle
case editrici, assediate dal disastro e che li vedono non come avanguardie,
bensì come ultime spiagge (parole degli Autori). I selfpublisher sono
inconsapevolmente al servizio di qualche algoritmo misterioso e gli ebook
contan poco o nulla. Inquietanti fenomeni da baraccone siliconati popolano lande digitali,
spargendo visioni di se stessi come gli scorticati di Fragonard.
È una vita difficile, proclamava anni fa Tonino
Carotone o, come già nel 1914 cantavano i fanti inglesi, le cui trincee di
morte sconvolsero ben più di un membro degli Inklings, it’s a long way to
Tipperary.
Peccato che siamo ancora forse al giuseppinismo o a
Napoleon Duarte che voleva cambiare dall’interno il Salvador mentre gli
squadroni paramilitari gli rapivano la figlia, o al salotto settecentesco dove
intellettuali certamente illuministi danno comunque consigli al sovrano
borbonico o asburgico di turno (e anche in quell’epoca non è che Voltaire fosse
una mammoletta, editorialmente parlando, vedi Il futuro del libro, di Robert Darnton). Il problema è sempre
quello: capire da che parte della matrice siamo schierati, anche se abbiamo
fatto nostro il motto di Andreas Baader, Ulriche Meinhof e Gudrun Ensslin, battere cioè la borghesia
con i suoi propri mezzi (e infatti Morti
di fama ha un tumblr e un indirizzo gmail).
Forse tutti noi, (autori del saggio e lettori)
dovremmo inghiottire la famosa pillola rossa.
Un libro.
Morti di fama, di Giovanni Arduino e Loredana Lipperini
(Corbaccio).
Possono interessarti anche questi articoli :
-
I quindici giorni folli di Waston Edizioni: Strade Inquiete di Alessandra Litrico
Ed ecco "Strade Inquiete" di Alessandra Litrico, un romanzo psicologico con una copertina decisamente Hopperiana.Le strade di Milano sono inquiete come lo... Leggere il seguito
Da Rox186
CULTURA, LIBRI -
Pillola letteraria: l'intelligenza è qualcosa di più dell'istruzione
Pensavo che mi avrebbero chiesto di aiutarli nella trattativa, ma qualche giorno dopo scoprii che Molly Anning aveva fatto tutto da sola. Leggere il seguito
Da Marcodallavalle
CULTURA, LIBRI -
Owl Prize #12
Owl Prize e tantissima contrizione oggi: ritorno ad una rubrica ingiustamente abbandonata e vittima di quella macchina infernale chiamata TFA. Leggere il seguito
Da Athenae Noctua
CULTURA -
Sospetti sul lago - Intervista con Anna Serra
Anna SerraAll'indomani (una serie di indomani, dovrei specificare) dell'evento di lettura a Rosta, a proposito dei Sospetti sul lago, opera prima di Anna... Leggere il seguito
Da Loredana Gasparri
CULTURA, LIBRI -
Boomstick Award 2015 - Il Furore premiato
Domenica 21 giugno, il blog Diario di una Camionista Per Bene, ha assegnato al Blog Del Furore un premio dal nome e dalla storia particolari, il Boomstick... Leggere il seguito
Da Loredana Gasparri
CULTURA, LIBRI -
"Borgo Propizio" di Loredana Limone
Buona sera amici lettori,non sono sparita, ma dopo un intenso fine settimana avevo bisogno di qualche giorno per riprendere i fili della mia vita e del blog. E... Leggere il seguito
Da Eliza
CULTURA, LIBRI






