Da una prima ricostruzione sembra che la moto di Zanetti abbia colpito il casco di Antonelli. Si è trattato di un impatto particolarmente violento e per Andrea, membro del Team Go Eleven, non c’è stato nulla da fare. Il venticinquenne ha perso conoscenza ed è stato intubato e portato in un centro medico, dove è morto poco dopo. Per via della gravitò della situazione, i medici hanno evitato lo spostamento in elicottero presso il più vicino ospedale. Andrea Antonelli è morto per via del forte trauma cranico subito durante la gara.
Mentre si cerca di fare ulteriore chiarezza sulle dinamiche dell’incidente, Marco Melandri fa sapere che aveva tentato di fermare la gara, proprio a causa della forte pioggia: «La gara della Supersport non doveva partire. Io ho iniziato ad alzare la mano e a chiedere la sospensione della gara di Superbike a due giri dalla fine per segnalare che c’era troppa pioggia: percorrevamo il rettilineo a metà gas. Dopo il giro di ricognizione bisognava fermarsi e vedere un attimo, capisco l’interesse, ma siamo essere umani e bisogna evitare rischi». Marco Melandri aggiunge anche: «Purtroppo i piloti sono stupidi e non riusciremo a metterci d’accordo, però è necessario che i piloti vengano ascoltati dalla direzione di gara. E’ da quando sono sbarcato in Superbike che chiedo l’attuazione di una safety commission che si riunisca in ogni gara come avviene in Moto Gp e discuta in maniera seria e costruttiva della sicurezza, ma nulla è stato fatto ed io che continuo a battere su questo tasto vengo definito il classico rompiscatole. Spero che ora questa orrenda tragedia faccia aprire gli occhi a tutti, i piloti devono essere maggiormente tutelati».
Massimo Cobrascio, medico della Clinica Mobile della Superbike ha spiegato ai giornalisti: «Per Andrea Antonelli non c’è stato niente da fare. Roccoli è stato tamponato da Andrea che è caduto a 250 km/h ed è stato colpito. Un pilota colpito da una moto a 250 km/h riceve 38 Mila chili sul cranio e non c’è niente da fare. Non si è accorto proprio di nulla. Era impossibile rianimarlo. Anche se lo porti in rianimazione rimane un corpo attaccato ad una macchina che non ha cervello. Andrea è rimasto in pista, hanno cercato di rianimarlo ma non c’era assolutamente niente da fare».
Valentino Rossi, che si trova a Laguna Seca, negli Stati Uniti, per il Moto Gp, ha scritto sul suo profilo di Twitter: «Da Mosca è arrivata la notizia che fa venire a tutti la voglia di tornare a casa. Ciao Andrea». Messaggi di cordoglio arrivano da parte di tutti gli ambienti sportivi e, sui Social Network, Andrea viene ricordato come Marco Simoncelli.