“Lì ho trovato Stalin e Churchill, con Molotov che si era unito a loro, seduti attorno ad una tavola imbandita di cibi di ogni genere, con al centro un maialino da latte e innumerevoli bottiglie”, scriveva della visita Sir Alexander Cadogan, sottosegretario permanente al Foreign Office, che arrivò all’una di notte. L’umore dei commensali era “lieto come le campane di un matrimonio”, anche se Churchill si lamentava per un “leggero mal di testa e (…) saggiamente volle limitarsi ad un innocuo vino rosso frizzante caucasico “.
Durante la riunione, che durò fino alle 3 di notte, i due leader non dedicarono molto tempo ai temi bellici, ma Churchill fece a Stalin qualche domanda sulla sua politica interna, in particolare sui kulaki, i contadini piccoli proprietari terrieri che il dittatore georgiano si vantava di aver sterminato. Stalin rispose con molta franchezza, dicendo che ai kulaki era stata concessa della terra in Siberia “ma loro erano molto impopolari per il resto della gente”.
La nota di Cadogan definisce un successo quella serata: “Di certo, Winston (Churchill, ndr) rimase molto impressionato (da Stalin, ndr), e penso che l’impressione fu reciproca”.
Questo aspetto di Stalin “gaudente” non è del tutto nuovo: pare che il dittatore sovietico amasse tenere riunioni nella sua dacia di Kuntsevo, tra buona vodka e sigari.