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Mosca, assassinato ex colonnello Budanov
Quattro colpi in testa. È morto così, questa mattina a Mosca, l’ex-colonnello russo Yuri Budanov. Per gli ultranazionalisti russi era un eroe, per il resto del mondo, invece, il simbolo degli abusi dell’esercito russo in Cecenia.
Dai primi rilievi, sembrerebbe un omicidio su commissione: alle 12:30, ora locale, il militare è stato raggiunto in Komsomolsky Prospekt, nella parte sud-occidentale della città, da un commando che lo avrebbe ucciso con quattro colpi di arma da fuoco.
Anna Politkovskaja, la giornalista russa ammazzata il 9 ottobre del 2006 dedica a Yuri Budanov molte pagine del suo libro “La Russia di Putin”: il soldato si sarebbe reso responsabile di numerosi abusi, fino all’omicidio della 18enne Elza Kungajeva, ammazzata dopo averla rapita in un blitz notturno e dopo averla stuprata.
Per quell’omicidio, l’ex colonnello fu processato e condannato, nel 2003, a 10 anni di galera. I suoi avvocati riuscirono però ad ammorbidire la pena e già nel 2009 il soldato era libero per “infermità mentale momentanea”. Budanov aveva infatti sempre negato di aver voluto uccidere la giovane cecena.
Contro quella decisione aveva fatto ricorso l’avvocato per i diritti umani Stanislav Makelov, ucciso proprio pochi giorni dopo la liberazione di Bodanov, insieme alla giovane giornalista Anastasia Baburova. Anna Politkovskaja, Stanislav Makelov, Anastasia Baburova ed ora Yuri Budanov. Quattro nomi uniti tra loro dalle atrocità della guerra in Cecenia, quattro morti che a molti appaiono strettamente legate.
Eva Signorile