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Moshe Arens, Israele e la lingua araba

Creato il 15 novembre 2011 da Istanbulavrupa

Moshe Arens, Israele e la lingua araba

Moshe Arens è un uomo politico israeliano (di origini lituane). Ingegnere di formazione, ha sempre militato nel Likud: più volte deputato, ministro della difesa, ministro degli esteri, ambasciatore a Washington; ha 85 anni, si è ormai ritirato dalla vita politica attiva: ma continua a scrivere pungenti articoli per il quotidiano (liberale) Haaretz. L’articolo di oggi dovrebbe essere lettura obbligata per tutti i “tifosi di Israele” (quelli per i quali Israele ha sempre ragione, qualunque cosa faccia: tutto o il suo contrario). Arens infatti se la prende con una proposta presentata da alcuni membri della Knesset (il Parlamento monocamerale israeliano) per eliminare la lingua araba come lingua ufficiale dello stato, uno status accordato al momento della creazione di Israele; e va anche molto oltre, sostenendo che la lingua araba dovrebbe essere insegnata nelle scuole di ogni ordine e grado: non solo ai palestinesi con cittadinanza israeliana, ma agli stessi ebrei. E questo perché, a differenza di quanto la propaganda vorrebbe farci credere, nei fatti Israele non è uno “stato ebraico” (non è Arens a scriverlo, si tratta di una mia aggiunta): l’evidenza dei numeri ci dice infatti che è uno stato binazionale, anche se l’ideologia politica prevalente sancisce il dominio – nei diritti e perfino nei simboli – del gruppo etno-religioso numericamente prevalente (anche se al suo interno estremamente diversificato) su tutti gli altri. “Integrazione” è la parola chiave dell’articolo di Moshe Arens; io penso che abbia perfettamente ragione: e che la comunità internazionale dovrebbe appoggiare quelli che la pensano come lui piuttosto che gli estremisti. Le posizioni sono doversificate, le tossiche e le ragionevoli: e le une di certo non valgono le altre.


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