Alberto Barbera
La notizia era nell'aria da tempo, e in questi giorni è arrivata la conferma ufficiale: Marco Mueller non sarà più il direttore artistico della Mostra del Cinema di Venezia. Al suo posto arriva (ma sarebbe meglio dire ritorna) il piemontese Alberto Barbera, 61 anni, che aveva già ricoperto il ruolo più di un decennio fa, esattamente dal 1998 al 2002.Finisce così dopo otto anni e due mandati consecutivi l'era-Mueller, e onestamente la cosa non ci fa piacere. Certo, il tempo passa e le strade si dividono, è fisiologico nella vita di chiunque: non ci sarebbe da sorprendersi, quindi. Solo che... beh, diciamolo chiaro, questo passaggio della guardia sa molto di 'rimozione' nei confronti del curatore italo-svizzero, ormai ai ferri corti col presidente della Biennale Baratta e sempre più corteggiato dalla concorrenza (assurda, direi) del Festival di Roma.
Se ne va Mueller e se ne va con lui un'idea di Mostra che negli anni ci era piaciuta sempre di più: una Mostra aperta verso il mondo, che puntava più sulla qualità che sui nomi, che offriva ad ogni edizione una variegata possibilità di scelta e di confronto tra cinematografie 'alternative' e spesso poco conosciute. Mueller ha sempre selezionato cartelloni più che validi, senza preclusione nè preconcetti per nessuno: certo qualche errore lo ha fatto (soprattutto nella scelta dei film italiani, anche se non sapremo mai quanto in questo abbia influito la classica 'ragion di stato'), ma il livello delle sue 'Mostre' è sempre stato abbastanza alto, spesso ben più alto del quotato Festival di Cannes (come è successo quest'anno, malgrado tutto lasciasse presagire il contrario...)
Intendiamoci, non vogliamo avere pregiudizi su Alberto Barbera, anzi. Da un punto di vista strettamente tecnico garantisce continuità e prestigio internazionale, su questo non c'è dubbio. Però, diciamocela tutta, Barbera si porta dietro l'immagine di 'minestra riscaldata', di un nostalgico ritorno al passato. Starà a lui, naturalmente, smentire tutto e tutti, ma certo la prima impressione è stata piuttosto deludente. Tutta la conferenza stampa del nuovo Direttore è stata infatti incentrata sugli aspetti prettamente 'logistici' della Mostra (riqualificazione urbana, cancellazione del vergognoso 'cratere' d'amianto proprio davanti al Palazzo del Cinema, creazione di attività e strutture permanenti che possano 'invogliare' le grandi produzioni a tornare), senza tralasciare le scontate rivendicazioni economiche nei confronti del Ministero dei Beni Culturali.
Fin qui tutto bene. Quello che 'spaventa' è che Barbera non ha speso UNA sola parola che sia una riguardo gli aspetti più 'artistici' della Mostra, nè ha fornito una benchè minima idea su come intenderà organizzare la prossima rassegna, nè sugli eventuali criteri di selezione. Insomma, per ora Barbera si è mostrato più un geometra che un artista, desideroso (giustamente, ci mancherebbe!) di rimettere a posto le cose dal punto di vista delle infrastrutture, ma (sembrerebbe) per ora poco interessato a quello che è il fulcro della Mostra, vale a dire i film.
E nel frattempo il buon Mueller sta per accasarsi nella capitale, dovra avrà carta bianca e l'appoggio incondizionato dei politici romani, desiderosi di veder accresciuto il prestigio del 'balocchino' inventato da Walter Veltroni.
La guerra tra Venezia e Roma è di nuovo ricominciata... ma che tristezza!