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MOSTRA, MOSTRINA, TEFILLAH; Animali: PULCESECCA; Punti

Creato il 11 dicembre 2012 da Chinalski

Parole a confronto

Mòstra
Derivato di mostrare.
Sostantivo femminile.
1. Atto, effetto del mostrare, specialmente per ostentazione, per fare sfoggio: far mostra delle proprie ricchezze; mettere in mostra la propria abilità.
Mettersi in mostra: farsi notare.
Mettere in mostra: ostentare.
Far bella mostra di sé: si dice di oggetto che fa figura, che si presenta bene.
2. Finta, simulazione.
Far mostra di, fare le mostre di: fingere; faceva mostra di ascoltare.
Apparenza: la sua ferocia è solo una mostra.
3. Esposizione pubblica di oggetti vari, specialmente d’arte, o di esemplari particolarmente belli di animali.
Il luogo o l’edificio in cui si tiene tale esposizione: mostra di pittura, di veicoli d’occasione; mostra canina.
La mostra di un negozio: la vetrina.
Mostra d’arme: (antico) rivista militare.
4. (non comune) Saggio, campione di merce: benché tutti i giorni di mercato avesse piene di mostre le saccocce (Nievo).
5. Il risvolto del bavero di giacche, cappotti e simili, specialmente quando è di colore diverso dal resto dell’abito.
6. (antiquato) Quadrante di orologio.
(marina) Orologio tascabile di precisione usato a bordo delle navi.
7. Incorniciatura che serve a reggere la cornice della porta e a fornirle una battitura.
8. Comparsa che all’epoca della cavalleria facevano i cavalieri prima di combattere in torneo, seguiti dai loro scudieri e paggi.
Nelle antiche milizie, rassegna dell’esercito o di un reparto per riconoscerne l’armamento, l’equipaggiamento, l’istruzione.

Mostrìna
Propriamente diminutivo di mostra ‘risvolto’.
Sostantivo femminile.
(specialmente plurale) Distintivo di tessuto o di materiale rigido, di vario colore e forma, che viene applicato ai baveri o alle maniche dell’uniforme militare per contraddistinguere l’arma, il corpo, il reparto.

Una (parola) giapponese a Roma

Tefillah [tefil'la]
Voce ebraica, propriamente ‘preghiera’.
Sostantivo femminile invariabile.
Nella Bibbia, preghiera di richiesta e di ringraziamento.

Animali di parole

Pulcesécca
Etimologia incerta, forse composto di pulce e (colpo) secco.
Anche pùlce sécca.
Sostantivo femminile [plurale pulcisecche].
(non comune, toscano) Schiacciamento di una piccola zona di pelle che provoca un’ecchimosi, pizzicotto.
Strizzatura di un lembo di pelle.

Punti e ripunti

Mauro e Marina Geymonat propongono come possibile nome della rubrica l’impegnativa frase "ibis redibis non morieris in bello". La redazione non è convinta del titolo, ma ne approfitta per riportare la voce di Wikipedia relativa alla frase.

— La frase latina "ibis redibis non morieris in bello" (Alberico delle Tre Fontane, Chronicon) è, tradizionalmente, il responso dato dalla Sibilla ad un soldato andato a consultare l’oracolo sull’esito della propria missione.
La frase, come tutti i responsi oracolari, è volutamente ambigua ("sibillina", appunto) e offre una duplice interpretazione, a seconda della punteggiatura che si voglia utilizzare.
Se, infatti, si pone una virgola prima di "non" (ibis, redibis, non morieris in bello), il significato del responso è "Andrai, ritornerai e non morirai in guerra", e prefigura un esito positivo della missione.
Se, invece, la virgola viene spostata dopo la negazione (ibis, redibis non, morieris in bello), il senso risulta essere sovvertito nel suo contrario: "Andrai, non ritornerai e morirai in guerra".
La locuzione è anche diffusa nella forma ibis redibis numquam peribis, ovvero "andrai tornerai non morirai".
Nel linguaggio moderno, l’espressione "essere un ibis redibis" si utilizza nel caso di documenti ufficiali, circolari, decreti e leggi che risultino oscuri, ambigui, cavillosi e fuorvianti. —



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