Dal 13 giugno al 15 settembre il Museo Nazionale del Cinema ospiterà Scorsese, la mostra dedicata al grande regista americano che nel
Realizzata grazie all’aiuto del Deutsche Kinemathek di Berlino, l’esposizione compie un viaggio nella storia cinematografica di Scorsese. Attraverso sceneggiature, video installazioni, oggetti usati nei vari film, gli appassionati si ritroveranno a osservare da vicino lo stile personale e il metodo di lavoro del regista americano.
Scorsese, nato da una famiglia per metà americana e per metà italiana, muove fin da giovane i primi passi nel mondo del cinema tanto che all’età di diciotto anni gira il suo primo cortometraggio. La sua formazione viene segnata in maniera decisa dalla partecipazione alla realizzazione del documentario Woodstock. Il primo capolavoro arriva nel 1973 con Mean Streets, pellicola che segna l’inizio della fruttuosa collaborazione con Robert De Niro. Tre anni dopo il binomio Scorsese-De Niro vince la Palma d’oro a Cannes con Taxi Driver, nel quale recita una Jodie Foster ancora adolescente. L’anno seguente il regista decide di dedicare un musical alla sua amata città. Nasce così New York New York, interpretato egregiamente dalla bravissima Liza Minelli.
Dopo un ricovero in ospedale, Scorsese torna più agguerrito che mai e dà vita così a uno dei più grandi capolavori della storia cinematografica: Toro Scatenato, biografia del pugile italoamericano Jake LaMotta. La metamorfosi che compì Robert De Niro per interpretare questo sportivo gli rese l’Oscar.
Un altro attore che lo ha accompagnato nel suo percorso di regista è stato Leonardo Di Caprio. Iniziata con Gangs of New York, la collaborazione continua nel film The Aviator e sfocia nel 2006 in The Departed, grazie al quale Scorsese vince finalmente l’anno dopo l’Oscar per la miglior regia.
In tempi recenti abbiamo visto Scorsese alla regia di Hugo Cabret, film che gli ha consegnato il terzo Golden Globe.
Il Museo Nazionale del Cinema offre quindi un percorso lungo e affascinante, che lo straordinario sfondo della Mole Antonelliana saprà rendere ancora più attraente.
Articolo di Alessandra Coppo