La mostra, dal titolo “Gioco di strategia“, è composta da 150 opere del maestro torinese ed è stata resa possibile grazie alla coproduzione del Reina Sofia di Madrid e del MoMa di New York.
Con questo nome, l’intera esposizione ha deciso di intraprendere un percorso molto caro all’artista: per Boetti era fondamentale giocare e scommettere col tempo, in una chiave quasi metafisica.
Sebbene entrato a farne parte, nel 1969 Boetti decide che il movimento italiano dell’Arte Povera non lo rappresenta più e se ne distacca completamente procedendo per percorsi artistici alternativi. Boetti era affascinato dall’idea di emulare le avventure di un antenato del XVIII secolo: si installò a Kabul, entrò in contatto con la filosofia Sufi, che coltivò per il resto della vita, e rimase affascinato dalla sapienza degli artigiani afghani.
A loro ordinò le sue famose mappe, quelle nelle quali il profilo dei paesi ha il colore della bandiera. Su questa serie si concentra gran parte della mostra, che presenta pezzi come “Ordine e disordine” (1973) e “I mille fiumi più lunghi del mondo” (1975).
45.463689 9.188141