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Mostri, fossili viventi e dinosauri

Creato il 15 marzo 2012 da Mcnab75

 

Mostri, fossili viventi e dinosauri

I dinosauri sono estinti da quello che gli scienziati definirebbero “un botto di tempo”. L’amico Davide lo confermerà con tanto di citazioni e dati precisi.

A sentire alcuni creazionisti non sarebbero nemmeno mai esistiti. Parere folle, se mi consentite un commento personale. Per la serie: quando il buon senso fa a botte col bigottismo religioso.

Per contro c’è chi, di tanto in tanto, ne avvista a tutt’oggi qualche esemplare. Follia? Manie di protagonismo? Fraintendimenti di varia natura? Probabilmente la risposta è sì a tutte e tre le domande. Tuttavia ci sono alcuni casi che hanno fatto storia nella criptozoologia. Segnalazioni ripetute e suffragate da foto (però sempre sbiadite e a malapena distinguibili). Mostri o dinosauri che spesso, come a Loch Ness, hanno fatto la fortuna delle comunità locali, grazie a un aumento esponenziale del turismo.
Del resto pare che – e di nuovo chiamo l’esperto astigiano a supporto – solo una percentuale molto bassa di dinosauri sia stata identificata e studiata. Di molte altre specie non ci sono più tracce, oppure ce ne sono di molto frammentarie. Già in passato, a quanto pare, alcuni paleontologi hanno frainteso la catalogazione dei resti di alcuni dinosauri, attribuendoli a diverse specie, mentre in realtà appartenevano agli stessi animali ma in stadi differenti della crescita.
Cito tutto ciò nel tentativo di dare una lettura razionale ai tanti avvistamenti di “dinosauri viventi”, strani mostri e draghi. Rimanendo più che dubbioso in materia, mi piace come sempre affrontare l’argomento dal punto di vista squisitamente narrativo.
Vediamo oggi i casi più eclatanti, su cui, piaccia o meno, il mistero ancora resiste alle bordate della razionalità.

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Mostri, fossili viventi e dinosauri

  • Lago Bangweolo (Zambia)

Nel 1909 Paul Gratz descrisse un sauro che poteva essere confuso con un coccodrillo tranne che per il fatto che la sua pelle non aveva delle scaglie e che le dita dei piedi erano artigliate. Riportò che questo misterioso animale abitava le paludi vicino il lago Bangweulu, a nord della Rhodesia.

Numerosi altri avvistamenti di questo “animale mostruoso” coprono un arco di anni che va dal XIX al XX secolo. Tra i testimoni oculari spiccano i nomi di esploratori di una certa fama, come Sir Clement Hill e Alfred Horn. Altre presunte prove dell’esistenza di dinosauri nei dintorni del lago Bangweolo sarebbero le tracce nella foresta e i racconti di alcuni indigeni. Secondo le varie descrizioni di diversa fonte, tutto farebbe supporre l’esistenza di un dinosauro erbivoro vivente.

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  • Lago Champlain (Canada)

Il lago Champlain attraversa lo stato di New York, il Vermont e il Quebec ed è soprannominato “il Loch Ness americano”. È lungo 109 miglia, molto profondo e talmente ricco di pesce da poter sfamare un’intera famiglia di mostri voraci. Qui dovrebbe abitare Champ, la creatura misteriosa apparsa ad un esterrefatto sceriffo della contea già nel 1883, quasi 50 anni prima della vicenda Spicer in Scozia.

In tempi più recenti anche questo mostro ha raggiunto la celebrità, è stato fotografato e filmato: l’immagine migliore fu scattata nel 1977 dalla statunitense Sandra Mansi, che dichiarò di aver visto emergere dal lago la testa e il collo di un dinosauro. La fotografia – esaminata da tecnici e scienziati e pubblicata perfino dall’autorevole Time – sembra autentica e sicuramente non è stata ritoccata.

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  • Lago Labynkyr (Siberia)

In questo caso vale direttamente la pena citare un articolo del Corriere datato 2005: “Nella remota Jakuzia, dove d’inverno si arriva fino a 70 gradi sottozero, lo chiamano Il diavolo. Abita – raccontano – le profondità del lago Labinkir. E’ gigantesco. Trasuda ferocia. Può divorare con un sol boccone cani, renne, uomini. E un gruppo di biologi dell’università di Mosca, appena tornato da una spedizione in quella landa sperduta dell’estremo oriente russo, non esclude affatto che il mostro esista davvero.”

La biologa moscovita Ludmila Emilianova considera molto credibili le numerose testimonianze degli abitanti della zona (ne ha raccolto lei stessa di prima mano una ventina) che riferiscono di incontri ravvicinati da brivido con il ‘mostro di Labinkir’ e in genere stanno alla larga da quello specchio d’acqua ricchissimo di pesce. “Conosco bene – sottolinea – quella gente. Sono ingenui ma non mentono”. L’ha molto colpita quello che le ha riferito un pescatore “degno di fede”: “Era sul lago a bordo di una barca lunga 10 metri che all’improvviso è stata sollevata in aria. Ha visto la schiena del mostro, un animale molto forte, che poi si é inabissato”.

Il “diavolo” è apparso più volte anche nel lago Vorota, lontano una ventina di chilometri: forse – così si ipotizza – va avanti e indietro servendosi di una galleria sotterranea. Per la professoressa Emilianova, che si ripromette di ritornare sul posto per una continuazione delle ricerche con apparecchiature più sofisticate, in Jakuzia si parla del mostro di Labinkir dalla fine del diciannovesimo secolo: non si può quindi sospettare una furba scimmiottatura della più tarda saga scozzese con al centro Nessie, la fantomatica creatura domiciliata nel lago di Loch Ness. Non sono del resto soltanto i locali ad aver avvistato il misterioso essere: nel luglio 1953, durante lavori di prospezione, due geologi sovietici rimasero inorriditi alla vista del “mostro” che si spostava ad alta velocità nel lago e che poi si diresse minaccioso verso di loro sulla riva.

Mostri, fossili viventi e dinosauri

  • Lago Storsjö (Svezia)

Un altro bizzarro rettile preistorico popolerebbe da oltre trecento anni questo piccolo lago svedese. Il suo nome è «Storsjöodjuret», che significa «la bestia del lago Storsjö». Secondo alcuni ha l’aspetto di un verme gigante con grandi occhi scuri e due protuberanze ai lati della testa, simili a delle orecchie.

L’animale marino, se tale si tratta, misurerebbe fino a 12 metri e nuota con un curioso movimento ondulatorio, esattamente come il suo “cugino”, il mostro di Loch Ness. Centinaia sono finora le testimonianze di avvistamenti raccolte negli ultimi vent’anni, ma da almeno tre secoli i pescatori locali narrano di creature sconosciute che attraversano lo Storsjö, che misura una profondità di appena 74 metri.

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  • Sarone (Friuli)

Fino alla prima metà del Settecento, il “secolo dei lumi”, le Alpi erano considerate il regno di ogni sorta di draghi e animali favolosi e non solo nell’immaginario popolare dei valligiani, ma anche da parte di insigni studiosi. Uno di questi fu il celebre naturalista svizzero Jakob Scheuchzer (Zurigo, 1672-ivi, 1733), che nella sua opera scientifica “Itinera alpina”, oltre a tracciare una prima ricognizione meteorologica, geologica, mineralogica, botanica e zoologica delle Alpi, attesta e cataloga tutta una serie di animali mostruosi, a cominciare dai “draghi volanti”, suffragando le sue affermazioni con tutta una serie di documenti e testimonianze estremamente circostanziati.

Sorge allora spontanea la domanda: “Quando, esattamente, queste creature favolose – nella cui esistenza l’umanità ha creduto per secoli e millenni – hanno abbandonato le nostre montagne per emigrare nei regni della fiaba e della leggenda? Oppure non se ne sono affatto andate, ma siamo noi che abbiamo perso la facoltà di vederle, così come abbiamo perso la facoltà di vedere tante altre cose che pure circondano la nostra vita con la loro presenza, talvolta benefica e amichevole, tal’altra ostile e minacciosa?”.

Eppure…

Anche ai nostri giorni, di tanto in tanto, le pagine di cronaca di informano che qualcosa di strano è stato visto, lassù, nelle alte vallate alpine. Come accadde a quel signore di un piccolo paese presso Sacile, in Friuli, che – nell’estate del 1963 – si à trovato faccia a faccia con un serpente dalle dimensioni mostruose; o come gli sporadici avvistamenti del “Tatzelwurm”, un incredibile animale per metà rettile e per metà mammifero, una sorta di gigantesco “verme con le zampe”, che gli studiosi di criptozoologia sospettano essere tutt’altro che immaginario.

Da sempre, si può dire, le montagne, e in particolare le montagne europee per eccellenza, le Alpi, sono nell’immaginario popolare la residenza o il rifugio di specie animali strane e bizzarre, a volte decisamente mostruose; né si tratta di un caso isolato. (Fonte: www.sarone.it)


Filed under: criptozoologia e criptobotanica, misteri

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