Pare che la ‘povna sia stata effettivamente inserita nella lista dei commissari sorteggiati per il concorso. A partire dal prossimo febbraio, dunque – e senza mancare al suo dovere primario in classe (infatti lei ha chiesto di non usufruire dell’esenzione dal servizio) – un nuovo tassello si aggiungerà alla lunga lista dei suoi già complicati appuntamenti. Poiché lo ha scelto con cognizione e coscienza, la notizia le fa solo piacere (e molto). Perché (come ha avuto modo di dire già a suo tempo), se non altro, questa volta, se poi le sembrerà che i colleghi nominati siano (come spesso capita) di pessimo livello, se non altro saprà, almeno nel piccolo termine della regione di sua competenza, chi colpevolizzare. Non solo. Poiché ha già avuto modo di riflettere sull’anomalia tutta italiana della graduatoria finale degli idonei, che si fa – senza scadere mai – lista di collocamento, sarà sua cura e privilegio (se possibile, e se commissari e presidenti di altra pasta non cercheranno di ricorrere alle tipiche scappatoie di casa nostra) evitare di farla troppo lunga: per chi sa, e si dimostra, tra scritti e simulazione di lezione, sufficientemente in gamba da meditare un buon punteggio, prego, cancelli aperti e passatoie rosse. Gli altri, tutti (anche i senza infamia e senza lode, i così così, quelli che “però, dai, son sufficienti”), gentilmente a casa. Perché è vero che teoria vorrebbe che questo concorso promuova soltanto vincitori strictu sensu (cioè persone che a settembre potranno effettivamente avere un posto). Però, siamo in Italia, vorremmo poi negarci un bel ricorso? E – poiché la ‘povna è stufa marcia di gente che arriva in cattedra per via di scorrimento, tribunali, decreti ministeriali, i venusiani: tutto, ma non il merito – pensa che si possa risolvere il problema con agile schiettezza, decidendo di lasciare coloro che sono meno che bravissimi direttamente al palo. Tanto ci sono poi le “graduatorie permanenti” ad esaurimento, cui tutti costoro appartengono (come aveva già spiegato a suo tempo): sia mai che davvero si riuscisse, per una volta, a liberarsi di quelli poco buoni.
La ‘povna ha discusso i principi generali di questa mission nei giorni scorsi, quando ha avuto la notizia: con Viola, lo Stropicciato, l’Ingegnera Tosta; e tutti loro le hanno raccomandato, seri, di essere “seria e giusta”. Ma, all’interno del suo mondo scolastico, quella dell’insegnante di Scrittura del Territorio è rimasta una vistosa eccezione, in minoranza (insieme a un gruppo di pochi altri, ai quali appartiene anche la preside Barbie, che si contano sulle dita di una mano). Il resto del corpo docente, quei colleghi che le associazioni di categoria le chiedono di difendere, “per principio”, ogni giorno, le ha invece rivolta una parola, sola e unanime: “Ovviamente, passa tutti, e sii clamorosamente buona!”.
La ‘povna – in sala professori, al termine del lunedì del catetere – li aveva guardati con gli occhi a palla. Non aveva fatto in tempo a rispondere, però, che nella stanza era entrato Mr.House, con il passo trionfante: “Sono stato scelto commissario, che bello!”.
“Anche io” – gli aveva risposto la ‘povna – “come mai tanto giubilo?”.
“Semplice” – spiegava Mr.House convinto – “Innanzi tutto, avrò, per tutto il tempo delle prove, l’esonero dell’insegnamento. E poi non mi sono offerto per la mia materia, ma per quella di laboratorio, lo sai, l’unica per cui si poteva fare il concorso da diplomati semplici: così sarò nella commissione di tutti i miei ex-alunni e, se appena appena posso, ovviamente chiudo un occhio, e li promuovo”.
La ‘povna resta senza parole (ed è cosa rara, va detto). Non le basta ricordarsi che Mr.House tiene una quinta (per la precisione quella dove è confluita l’Orda), che va dunque ad abbandonare proprio nel secondo quadrimestre (e dopo che, a causa degli accorpamenti, hanno dovuto cambiare professore già una volta); non le basta ricordarsi che abbandonò quella stessa classe (sempre per motivi concorsuali) già lo scorso anno (per poi tornare e lamentarsi che loro erano indegni, e il suo sostituto non aveva fatto niente); non le basta ricordarsi che Mr.House nei corridoi è il terrore degli studenti, perché urla, urla, urla (contro ragazzi “che non sanno niente, che non capiscono, non si impegnano, si impuntano, che sarebbe meglio sempre e solo bocciare”). Non le basta ricordare questo, e nemmeno (lo ha visto all’esame di maturità dell’Onda) che l’Ingegnera Tosta – che, nomen omen, lo sa essere pure senza proclami e a voce bassa – a Scrittura del Territorio ha portato due classi su due (di cui una presa in quinta) a far faville (mentre quelle di lui arrancavano su una striminzita sufficienza).
Perché a colpirla sono, inesorabili, le parole pronunciate un’ora fa dalla Testarda (che con l’atteggiamento di Mr.House polemizza con ferma educazione da due anni, dichiarandolo “inidoneo” rispetto all’idea che lei ha di insegnamento):
“Che bello che è stata scelta, prof.. Le chiedo solo questo: di picchiare duro ed essere inflessibile. Perché a scuola, per una volta, sia promosso a diventare insegnante solo chi, per merito e volontà specifica, lo vuole veramente fare”.
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