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Móveis Coloniais de Acaju

Creato il 19 marzo 2011 da Giancarlo
Già varie volte ho scritto sia su questo Blog che in altre pagine sui vari siti, generalmente italiani, che pubblicizzano varie attività in Brasile, specificatamente in Fortaleza, e per darsi una patina di credibilità forniscono informazioni errate e spesso ridicole, dovute alla usanza di copiare e incollare testi presi da altri siti internet, senza curarsi minimamente di verificarne la veridicità.Anche giornalisti di una certa notorietà, spinti dalla fobia di apparire si lasciano prendere dalla mania del copia e incolla, pur di sparlare in qualunque maniera di qualcosa, in questo caso del Brasile.Finora credevo che questa mania del copia-incolla fosse una prerogativa ristretta a pochi e incolti web-master o giornalisti frettolosi, ma oggi ho scoperto che riviste di grido e centinaia di persone, alcune con una cultura superiore, cadono nello stesso errore, di copiare e incollare testi senza nessuna verifica a monte.Così la rivista EPOCA riconosce tardivamente il madornale errore in cui è caduta, in buona compagnia di molte altre testate giornalistiche e siti internet che hanno ripreso la storia pari pari, senza neppure pensare di verificare su un qualsiasi testo di storia.

L'Antefatto

Móveis Coloniais de AcajuNell'anno 1998 nacque, in Brasilia, la banda pop-rock Móveis Coloniais de Acaju che ottiene un discreto successo, partecipando a vari festival anche in Europa. Il nome, abbastanza esotico, attrae la curiosità dei giornalisti, che si chiedono a cosa si riferisca. Niente di più facile, per togliersi la curiosità, che visitare il sito della banda, dove viene riportato un evento storico accaduto nella gigantesca isola di Bananal nello stato del Tocantins.“Gli inglesi avevano occupato, tra le altre cose, l'isola di Bananal, venendo in tre ondate successive risalendo il fiume Tocantins, molto probabilmente alla ricerca del mitico El Dorado, orde di esploratori e ladroni occuparono ed espulsero dall'isola parte della popolazione indigena e portoghese che ci viveva. Ma il peggio, per gli indigeni e i portoghesi espulsi, fu il vedere la distruzione sistematica delle loro creazioni. Si calcola che oltre mezza tonnellata di mobili coloniali in legno e pipe rituali furono distrutti dagli inglesi. La distruzione in quel modo crudele di oggetti che avevano al tempo stesso una importanza economica e rituale causò una rivolta generalizzata in tutta l'isola. Orde di coloni si unirono agli indigeni nella lotta solitaria contro gli oppressori inglesi. Sapevano che non potevano contare con l'aiuto del Governo portoghese, che era soggetto alle volontà di Londra. E' stato uno degli atti più eroici e marcanti della nostra storia, portoghesi e indigeni riuscirono a cacciare gli ultimi inglesi il giorno 5 febbraio 1813. E' una battaglia che ha, per il Brasile, lo stesso valore simbolico di una battaglia di Guararapes. La Rivolta di Acaju, come rimase conosciuta, sviluppo in quegli uomini e donne il diritto di vivere nella sua terra e di produrre la sua arte.”Questa è la storia raccontata sul sito della banda musicale, occorre precisare per il lettore che Acaju è il nome volgare di diverse piante, una è il Cajuero che produce il succulento frutto Caju legno ottimo per costruire imbarcazioni per la sua alta resistenza all'acqua salata, l'altro significato del nome Acaju si riferisce alla pianta cedro-cetim come alla pianta cedro-rosa, ma anche al çedro-missioneiro o acaiacá (Cedrela fissilis Vell.) tra gli altri nomi scientifici. Questa è la pianta che sarebbe stata utilizzata per la costruzione dei mobili coloniali. Con legno di colore scuro (simile al mogano) e molto resistente. A causa della sua colorazione il nome Acaju viene utilizzato dai produttori di tinte per capelli per indicare una particolare tonalità del colore mogano.Alcuni dettagli fanno comprendere la scarsa affidabilità della storia sopra riportata.
  • Nel 1813 l'Inghilterra era in ottimi rapporti con il Portogallo, ricordiamoci che solo 5 anni prima gli inglesi avevano aiutato Dom João VI e la sua corte a sfuggire dalle orde napoleoniche e a rifugiarsi in Brasile.
  • Non esiste nessuna registrazione storica della presenza inglese sull'Isola di Bananal, non solo come occupanti, ma neppure visitatori almeno fino alla fine del XIX secolo.
  • Gli indigeni javaés, originari abitanti dell'isola, vissero isolati fino alla fine del XIX secolo, quando avvennero i primi contatti con i brasiliani e studiosi (antropologhi) europei, non potevano quindi produrre mobili coloniali di nessun genere, visto che non ne conoscevano l'esistenza, tanto meno allearsi ai portoghesi nel 1813.
  • Non esiste nessuna pianta di Acaju sull'isola di Bananal, che sarebbe servita per produrre i “Mobili Coloniali di Acaju”.
Intervistato da EPOCA nella sua edizione 584 del 27 luglio, la “voce” della banda affermava che il nome scelto era una forma per affermare l'identità nazionale della banda "Volevamo qualcosa che avesse a che fare con il Brasile e che dialogasse con il mondo".Dopo essere stata pubblicata da decine di riviste e centinaia di siti internet, qualcuno nella redazione di EPOCA pensò di chiedere lumi a noti storici, lamentandosi di non averli contattati prima della pubblicazione. Ma la pulce all'orecchio di EPOCA era giunta con una email di un tale David Fernando Nogueira da Silva, che si spacciava per il cugino di uno dei componenti della banda, Esdras Nogueira.La stessa Globo, rete paragonabile alla nostra RAI1 o Canale 5, era caduta nell'inganno, pubblicando: "A homenagem dos rapazes de Brasília, há quase 11 anos na estrada, ao fato histórico em que índios e portugueses se uniram para expulsar os ingleses da Ilha do Bananal no século XVII, na chamada Revolta do Acaju, provoca o primeiro impacto de curiosidade e leva muitos a ouvirem pela primeira vez as músicas."EPOCA si decise quindi a consultare vari professori di storia indigena delle Università Federali del Tocantins e del Mato Grosso alla ricerca di qualcosa che confermasse questa rivolta. Tutti furono concordi nell'affermare che mai avevano sentito parlare di questa rivolta.Anche la nota enciclopedia libera Wikipedia è caduta nell'inganno, e proprio nella versione inglese, che riporto integralmente prima che venga opportunamente corretta, troviamo alla voce: http://en.wikipedia.org/wiki/Móveis_Coloniais_de_Acaju class="Apple-style-span" style="color:#666666;"> : Móveis Coloniais de Acaju (usually referred to as simply Móveis; Portuguese pronunciation: [møv?i?]) are a Brazilian based Rock and Ska bandcomprising ten members such as singer André Gonzáles, drummer Eduardo Borém, and bassist Fabio Pedroza. The band's name literally translated means "colonial furniture made of mahogany-like wood", and it's a tribute to an almost unknown brasilian insurrection from the XVIII century. They are well-known in brasilian indie scene by their awesome shows, where they even dance with the audience. They have two albums already released: "Idem"(2005) and "C_mpl_te"(2009) Questa citazione getta una lieve ombra di dubbio sulla presunta serietà e completezza della nota enciclopedia.Finalmente la verità venne a galla da parte di Leonardo Bursztyn, ex-componente della banda, che attualmente si sta dottorando presso l'Università di Havard negli Stati Uniti, che contattando la reporter Livia Deodato di EPOCA gli scrisse la seguente email: “E vero, sono stato io a battezzare la banda. L'origine del nome è veramente qualcosa di misterioso...poche persone conoscono la rivolta. Probabilmente perché non è mai esistita. Per dire la verità il nome non ha una spiegazione definita. Volevo semplicemente trovare un nome esotico e stavo leggendo un libro dove un ladro rubava un biglietto della lotteria da una scrivania di mogano (Acaju nella traduzione portoghese). Credo che il libro fosse francese, sul ladro Arsenio Lupin. Acaju, nome divertente. Per dare un significato al nome pensai a questa storia della Rivolta di Acaju poiché serviva una spiegazione valida per il nome. Pensai che sarebbe stato interessante fare uno scherzo e vedere se le persone ci sarebbero cadute. Alla fine nessuno è tanto onesto per affermarmare che non conosce qualcosa. Quindi l'idea era di obbligare le persone a dire: “Certo, conosco la storia”, quando in verità l'episodio non è mai avvenuto. Fino ad ora non avevo raccontato la verità a nessuno, ma penso che sia giunta l'ora per farlo. Sai cosa sarebbe bello ? Se tu scrivessi un servizio sul fatto e dei professori riconoscessero la rivolta quando non è mai esistita...direbbe molto sui professori che abbiamo. Scusami per averti deluso con questa storia.”EPOCA immediatamente rintracciava il romanzo incriminato, si tratta di “Arsenio Lupin contro Herlock Sholmes” di Maurice Leblanc, dove Lupin inganna Sherlock Holmes, il cui nome venne alterato perché Conan Doyle non autorizzo Leblanc ad utilizzare il personaggio. Un mobile di mogano (Acaju) ed un biglietto della lotteria sono al centro della intricata trama del libro. Da li Bursztyn prese l'idea per il nome della banda. Nella stessa email, Bursztyn, spiegò anche la divisione dei compiti per la creazione della menzogna.“Per la storia io pensai ai dettagli con la presenza sull'isola di Bananal di portoghesi, inglesi e indigeni e alla distruzione di mobili. E il cugino di Esdras (saxofonista della banda) si sbizarrii a scrivere il divertente testo. Solo che ora sono quasi un serio dottore in Economia, e non posso più inventare storie.”Su una cosa il Bursztyn si era comunque ingannato, quando afferma che i professori avrebbero riconosciuto la “rivolta”, EPOCA non incontrò nessuno di essi che confermasse la storia di una rivolta sull'isola di Bananal nel 1813. Probabilmente l'episodio dirà molto sulla stampa, e la sua scarsa propensione alla documentazione, ma da questa storia i professori ne uscirono a testa alta.EPOCA, dopo essersi coperta il capo di cenere, si lancia poi in una filippica sul costume dei giovani, e dei meno giovani, di prendere quello che appare scritto in internet come verità assoluta, senza la minima verifica. E per finire sgrida gli autori dello scherzo per la mancanza di rispetto degli indigeni Javaés e dello stato del Tocantins, che hanno una storia ricca e spesso sofferta, che merita di essere trattata con serietà.

Il mio piccolo commento

Fino a qui è quello che venne riportato da EPOCA, a me interessa rilevare come questa mania di prendere notizie da varie pagine internet e riportarle sui propri siti, senza alcuna verifica, e addirittura pretendere il CopyRight di quanto malamente copiato, pervade numerosi siti, mi riferisco specialmente a quelli che pubblicizzano le spiagge cearensi.Quello che aggrava questo sistema del copia-incolla è la protervia insistenza a persistere nell'errore, anche dopo che, educatamente, e a volte, scherzosamente, viene fatto notare. La mancanza di umiltà e di intelligenza spesso si nasconde dietro curriculum di almeno 2 pagine e laurea con 110 conseguita presso un politecnico svizzero.Nel leggere certi testi, scritti appunto da esimi laureati, che non sanno distinguere un nome proprio (che deve essere scritto con le iniziali maiuscole) da un nome comune (iniziali in minuscolo), tralasciando l'enormità di errori di battitura. E sorvolo sugli errori geografici e storici.

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