C'è questa straordinaria collana cinematografica, davvero di nicchia, ma che chi è appassionato di cinema non dovrebbe assolutamente perdersi (anche se la reperibilità non è semplicissima, ma internet oggi ti porta a casa qualsiasi cosa): si chiama Moviement e l'ha lanciata il critico cinematografico Costanzo Antermite assieme all'editrice Gemma Lanzo. Il nome scelto è un neologismo derivato dal semplice accostamento di due termini, in un certo senso quasi sinonimi, che danno luogo ad un reciproco rafforzamento semantico: movie (cinema/film) e movement (movimento), ovvero quell'immagine-movimento di deleuziana memoria che guarda alla dinamicità del cinema come ad un paradigma epocale del pensiero contemporaneo.
Moviement si occupa del cinema sia nella sua evoluzione storica, tenendo ben presenti i fattori produttivi, tecnologici ed estetici, che nella sua attuale configurazione mediologica prodotta dalla rivoluzione digitale, ponendo attenzione alle cinematografie emergenti nei diversi ambiti geopolitici. Moviement analizza lo statuto estetico dell’immagine cinematografica nelle sue componenti materiali quali: la fotografia, la sceneggiatura, la scenografia, la musica, etc. e si avvale del supporto di esperti di settore nazionali ed internazionali. Sono già usciti numeri monografici sui fratelli Coen sul cinema dell'orrore e su Tarantino, ma quello attualmente in libreria è davvero interessante: (qui una preview)