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Movimenti di occupazione culturale: tre parole per il 2013

Creato il 15 gennaio 2013 da Saradurantini @SaraDurantini

Movimenti di occupazione culturale: tre parole per il 2013

A. Silverini


Leggevo, qualche giorno fa, che recentemente i movimenti di occupazione sono caratterizzati dalla mancanza di un soggetto: nessuna classe identificabile così come nessuna unità. Di fronte a un mio iniziale entusiasmo verso il suddetto articolo, mi trovo ora a prendere le distanze in quanto noto che, al contrario, ci sono movimenti che hanno un soggetto chiaro e ben definito. Forse non saranno movimenti di occupazione nel senso stretto dell'espressione ma sicuramente sono gruppi che accompagnano le giornate di molti lettori e scrittori. Mi riferisco a Scrivere nel 2013 progetto di Daniele Imperi, di cui già ho parlato qui. In un articolo offuscato dall'eccitazione che accompagna ogni inizio di anno, Daniele incoraggiava i lettori/scrittori a delineare tre parole che avrebbero accompagnato, per tutto l'anno, il modo individuale di lavorare sulla scrittura. 
Mi sono sempre definita un'anima solitaria e ho sempre amato questa condizione. Mi sono lasciata cullare dalla stessa e in più occasioni ho anche rischiato di apparire supponente. In realtà era la mia timida ritrosia alla conversazione e alla comunicazione, all'apertura verso l'altro che mi impediva di fare un passo avanti. Con il tempo ho smussato questa apparente spigolosità. E' stato un processo naturale, una sorta di cammino guidato dagli eventi. Rimango comunque sempre una sognatrice e anche un'ottimista (questo però non sempre), una con la testa fra le nuvole, che si lascia trascinare e che ama trascinare, provocatrice (quanto basta), autocritica (allo sfinimento), maldestra e a volte bizzarra. 
Detto questo, se penso alle parole, tre parole appunto, per il 2013 che siano in linea con i miei progetti di scrittura e con la mia vita (da notare che scrittura e vita si compenetrano a vicenda) penso immediatamente a rinnovamento, progetto, esplorazione. Rinnovamento ha a che fare con il mio bisogno di sostituire, cambiare ma anche trasformare idee, valori e significati che fino a questo momento hanno avuto un ruolo ben definito nella mia vita ma che, allo stato attuale delle cose, sono diventati obsoleti. Queste idee e questi valori riguardano soprattutto il mio modo di approcciarmi alla scrittura. Vorrei, da parte mia, più metodo e più impegno, un certo rispetto nelle consegne e questo non solo per me stessa ma anche per chi mi legge, per chi mi segue e per chi si aspetta qualcosa da me.
Da questo punto di vista rinnovamento si lega a Progetto. Un modo di progettare il mio lavoro sulla scrittura già si intuisce leggendo il significato che ho dato a rinnovamento. Quando parlo di progetto intendo dire, oltre al metodo, all'impegno e al rispetto delle consegne, anche un vero e proprio lavoro per obiettivi in cui le priorità vengano evidenziate. In questo momento una delle priorità è quella di terminare il romanzo iniziato mentre ero incinta (proprio quello che credevo di aver perso e di cui ho parlato qui). Ma ci sono anche altri obiettivi: alcuni racconti, un saggio da terminare, collaborazioni, letture e stage. 
Ed ecco l'Esplorazione. Un viaggio dentro me stessa, un viaggio all'insegna dell'analisi delle mie capacità, un cammino che mi porterà a conoscere meglio me stessa e, di conseguenza, a elaborare progetti sempre più concreti, ad aggiustare il tiro, a fare modifiche, a rinnovarmi ulteriormente. Un viaggio mentale che, probabilmente, ne preannuncia uno fisico. 

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