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Movimento: obbligatorio

Creato il 11 gennaio 2014 da Antonioriccipv @antonioricci

La Società Italiana Pediatri avverte: i ragazzi non fanno più sport! Il movimento tra i giovani è obbligatorio per un futuro di salute.

Movimento: obbligatorio

I nostri figli sono tra i più pigri d’Europa e abbandonano le attività sportive già con l’inizio della scuola media.

A 15 anni meno di 1 ragazzo su 2 pratica attività sportiva continuativa, mentre a 18 fa sport solo 1 su 3.

Una situazione in controtendenza rispetto ai più piccoli. In dieci anni (2001-2011) tra i bambini di età compresa tra i 6 e i 10 anni la pratica di uno sport in modo continuativo è aumentata.

Le cause? Troppo impegnativi i compiti scolastici, eccessivo utilizzo delle tecnologie (tv, computer, tablet, smartphone…) ed agonismo esasperato da parte delle società sportive e degli allenatori, carenze di spazi ed impianti.

Attenzione una regolare attività fisica e motoria in età evolutiva, insieme alle corrette abitudini alimentari, sono uno strumento decisivo di prevenzione della salute per le future generazioni.

Dal punto di vista sanitario è tutto chiaro: il nostro stile di vita è fin troppo sedentario e ci espone a grossi rischi. E i nostri figli ci stanno seguendo a ruota.

Le famiglie e le scuole (insieme alle società sportive) sono quindi chiamati ad incentivare l’attività sportiva per scongiurare obesità, problemi cardiovascolari e quant’altro i medici da anni ci ripetono.

In più dal punto di vista educativo l’esercizio dello sport è uno strumento fondamentale per l’apprendimento e il consolidamento di grandi valori.

Costanza, impegno, collaborazione e cooperazione, fiducia, rispetto dell’altro, utilizzo del gruppo per il raggiungimento di un risultato comune, gestione dello stress e delle emozioni, capacità di rimettersi in gioco dopo una sconfitta, gestione delle frustrazioni.

Proviamo a pensare ad uno sport (uno qualsiasi, non esclusivamente il nostro preferito) e vedremo che tutti questi temi sono presenti, che tutti questi valori gli appartengono.

Emerge che lo sport diventa sana abitudine e insieme pratica educativa.

Dobbiamo tutti insieme restituire allo sport quello che gli è proprio: dimensione di gioco, sana competitività, distacco dal professionismo come via semplice per il guadagno facile, pulizia da tutto ciò che di artificiale e chimico può portare a scorciatoie.

Basta poco per divertirsi giocando e muovendosi all’aria aperta con frequenza e regolarità.



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