La ricerca di un difficile equilibrio tra i mega-progetti di sfruttamento delle risorse naturali, la crescita macroeconomica e una realtà sociale segnata da povertà diffuse e servizi carenti: è questa la sfida che dovrà essere affrontata subito dopo le elezioni di ottobre.
Secondo padre Francisco Lerma Martínez, dell’istituto della Consolata, uno dei problemi del paese è che i tassi di crescita economica superiori al 7% l’anno non si stanno accompagnando a progressi sociali diffusi.
“Il Prodotto interno lordo del Mozambico sta aumentando con una rapidità che in Africa e nel mondo ha pochi paragoni – sottolinea il missionario – ma questo incremento non ha ancora garantito a tutti diritti fondamentali come l’istruzione e l’assistenza sanitaria di qualità”.
Di nazionalità spagnola, in Mozambico da 40 anni, padre Francisco parla da Gurué, una cittadina della provincia settentrionale di Zambezia.
“Nelle campagne di questa regione – dice – con la stagione secca è cominciata la raccolta delle patate, dei fagioli, delle cipolle e del granturco”.
È un’economia di sussistenza, lontana dai grandi mercati anche per la mancanza di infrastrutture e di collegamenti con le città e porti.
“Questa zona – dice padre Francisco – non è stata ancora toccata dai progetti legati allo sfruttamento del carbone e del petrolio, la grande ricchezza che attrae multinazionali come Vale ed Eni e che a Maputo alimenta le tensioni politiche”.(Fonte MISNA)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)