Così la pensa anche Eveleen Tennant (Germana Maciocci) che ha dedicato al romanzo una bellissima pagina sul blog collettivo Diario di pensieri persi. Di seguito l'inizio della sua recensione, poi il link per leggerla tutta.
Parigi, 1843. La narrazione prende avvio dal dialogo di un uomo, che presto scopriremo essere nientemeno che il grande scrittore Alexandre Dumas, con una misteriosa signora sulla settantina, la quale gli sta illustrando un oroscopo completo, dal segno zodiacale a tutto il piano astrale. Che questa donna sembri competente descrivendo il carattere impetuoso e le capacità poliedriche del noto autore, accennando anche ad eventi che sarebbero avvenuti nel corso della sua vita passata e a quello che lo aspetterà nel prossimo futuro, solo leggendo stelle e pianeti, può essere di per sé sorprendente; ma che dopo poco aver iniziato l’incontro dichiari “Sidera non ducunt, sidera non premunt, sed solum signant” – ovvero “Il destino non è scritto negli astri, e non è possibile predire il futuro, poiché la vita è imprevedibile”, ci fa subito comprendere che non ci troviamo di fronte ad una veggente qualsiasi.
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Tornando a La sorella di Mozart, è appena stata pubblicata una bellissima recensione sul blog Iperboli, ellissi di Claudio Morandini, che cura anche uno spazio su Letteratitudine dedicato al rapporto tra letteratura e musica (il romanzo, peraltro, è da poco uscito anche negli eBook. Ma ne parleremo un'altra volta). Lo scritto di Morandini, molto competente, si concentra sugli aspetti musicali del mio lavoro. Di seguito l'inizio della recensione, poi il link per proseguire la lettura.
La storia della musica ci ha consegnato alcune figure femminili forti e ispirate, che con passione e determinazione hanno combattuto contro le convenzioni sociali del loro tempo, i pregiudizi nei confronti delle donne, le oppressioni familiari: Fanny Mendelssohn, Nannerl Mozart, Clara Schumann. Non stupisce che siano state rese protagoniste di romanzi che, al di là del carattere più propriamente “storico”, si rivelano come indagini sul gusto, sulla sensibilità, sull’estetica, soprattutto se queste donne sono vissute in epoche di passaggio. L’ambiente musicale descritto in “La sorella di Mozart” di Rita Charbonnier (ora ristampato da Piemme) è appunto colto in un momento di evoluzione dal vecchio al nuovo. È un mondo in cui vecchie figure al tramonto, i senatori della musica come J. C. Bach, Farinelli, Salieri (l’incontro finale al cimitero sulla fossa comune in cui è stato gettato Mozart ha il sapore di una commovente riabilitazione), osservano con stupore l’emergere di un gusto nuovo, di giovani esponenti di un nuovo linguaggio. Mozart sembra essere (con Nannerl, forse) il trait d’union tra un’epoca e l’altra.
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Segnalo infine due brevi menzioni di questo romanzo su altrettanti blog, uscite curiosamente lo stesso giorno: Cipria e Merletti e Zwischen Himmel und Erde. Davvero molte grazie a tutti.