E sempre dall’Alta Valpocevera, arriva un altro brillante collaboratore: Andrea Vinetti. Un Mozart stagionale tra saggistica e narrativa. E l’inizio di una nuova rubrica: “La finestra di Vinetti”.
Vienna o qualunque altro posto vissuto o Sognato non è un gran posto in cui risiedere, se hai sulle spalle il respiro del Padre, i figli perduti.
Padre Morto che ritorna o Padre vissuto: Padre che non convola con te a nozze con Constanze.
Padre che molto ha voluto. Per l’Amore o la Nomea,
o Amor della Nomea,
progettare uno scienziato;
‘Oltre sarò un giorno andato’.
Via da Corte.
Nel privato.
Qualche ricordo di Divertimenti e Serenate; ancora il Don Giovanni, quando assera. L’incubo della morte come riscatto del Dono.
Il Dono che va espiato.
Leporello tiene il conto delle ‘sedotte’, trascrive le imprese come Rustichello da Pisa i viaggi di Marco Polo.
Ma bisognerà rendere il Conto ad Altri.
Ancora il Faust, sottoforma d’un Patto non pattuito ma d’origine organica. Senza quindi la possibilità d’aver scelto il Polo Negativo o quello Positivo, con la condanna irridente di ritrovarli entrambi.
E poi un Sorriso, poiché Commedia e Dramma ed echi di flauti
Solo sono Echi in questo vivere.
Un gioco nel gioco.
Le luci e le ombre, il fuoco acceso, spento,
sapendo che non li ha fatti il tuo Talento.
(…) (Andrea Vinetti)
[prima parte]