Ricca e strategica isola dei Fenici, Mozia è collegata alla terra ferma da una stradina appena sotto il pelo dell'acqua, percorribile solo con la bassa marea. In caso contrario, un barcone vi porterà sull'altra sponda in pochi minuti.
L'isola di Mozia (o anche Mothia, Motya) , situata al centro della laguna dello Stagnone, si estende per quasi quarantacinque ettari (dal 1984 costituisce la riserva naturale regionale delle Isole dello Stagnone di Marsala) è racchiusa tra la costa siciliana a nord di Marsala e l'Isola Lunga, di fronte alle saline di Trapani.
L'isola (oggi San Pantaleo) è un piccolo gioiello naturale e archeologico, il cui nome è legato alla famiglia Whitaker, facoltosi commercianti inglesi che l'acquistarono agli inizi del '900, dando vita agli scavi che hanno portato alla luce testimonianze di grande interesse.A cominciare dal Cothon, un bacino artificiale di carenaggio, scavato dai Fenici per poter riparare le navi danneggiate. L'unico ritrovato nel Mediterraneo occidentale. Per proseguire, poi, con la Casa dei Mosaici: abitazione greca edificata dopo il 397 a.C., il cui pavimento presenta decorazioni musive in ciottoli bianchi e neri, raffiguranti animali reali e fantastici. Lasciata la via costiera si arriva al Tophet, l'area sacra dedicata al Dio Baal Hammon, tristemente famosa per i sacrifici di bambini e animali che vi si praticavano. Ma la tappa a Mozia trova il suo compimento con la visita alla villa Whitaker, trasformata in museo, che oltre a raccogliere in circa 10.000 pezzi ritrovati durante gli scavi, ospita il celebre leggiadro Giovane di Mozia, una magnifica statua greca in marmo della seconda metà del V secolo a.C., ritrovata nel 1979.