SCANDALO MPS ULTIME NOTIZIE, LO SCANDALO SI ALLARGA SEMPRE PIU’ (22/03/2013) – Da Siena a Salerno, dai derivati e Antonveneta alla pasta. Non smettono di allargarsi i tentacoli dello scandalo Mps. Dopo i tre filoni di inchiesta aperti dalla Procura di Siena anche quella di Salerno invia quattro rinvii a giudizio per bancarotta. Nel mirino Mussari (già indagato a Siena per manipolazione del mercato, ostacolo alla vigilanza di Bankitalia e di truffa efalso in prospetto). Stessa accusa anche per Franco Ceccuzzi (candidato sindaco del Pd a Siena), e a Marco Morelli (ex vice dg e ora guida di Merrill Lynch in Italia, anch’egli già indagato a Siena) e all’ex deputato Pd Paolo Del Mese, in carcere con l’accusa di avere intascato soldi dagli Amato in cambio di buoni uffici bancari. Per la precisione l’ipotesi di reato è quella di concorso in bancarotta per dissipazione. L’invito a comparire per gli interrogatori con il pm di Salerno Vincenzo Senatore è per la settimana prossima.
CRAC AMATO – Quello che parte della magistratura campana parte dalle indagini della Guardia di Finanza, che ha già portato a 28 rinviate a giudizio su 37 persone. Ma questi altri quattro rinvii sarebbero più legati alla Mps e annunciano nuovi scossoni nella città del Palio. La centro della lente inquisitoria ci sarebbero i 27 milioni per una complessa riqualificazione di uno stabilimento Amato. 17 dei quali sarebbero stati finanziati dalla banca toscana. Lo stabilimento doveva diventare un centro abitativo di lusso. Il tutto faceva parte di una società off shore di Malta, che controllava la società immobiliare creata dall’azienda produttrice di pasta. L’operazione, siamo nell’anno 2008, era ritenuta ad altissimo rischio e fu accettata soltanto dai vertici Mps. Ma – secondo l’accusa – la valutazione sulla criticità della situazione economica dell’azienda campana sarebbe stata superata grazie ai buoni uffici di Del Mese (finito dai domiciliari in carcere dopo la decisione della Cassazione) e Simone Labonia (ex politico dell’Udeur) che avrebbero incassato dalla società centinaia di migliaia di euro senza erogare nessuna prestazione professionale.
SVUOTATE LE CASSE DEL PASTIFICIO – Per quanto riguarda la bancarotta del pastificio, risalente al 2011, c’è da segnalare quattro patteggiamenti. Tra essi Giuseppe Amato jr, il fratello Antonio, lo zio Antonio, e Mario Del Mese, nipote di Paolo. Mentre gli altri ventotto dovranno rispondere all’accusa di aver prosciugato le casse del Pastificio Amato con operazioni a vantaggio di terzi senza titolo a ricevere denaro. (Mps ultime notizie, 22 febbraio 2013, ore 15.17).