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Mr. B: popolarità a picco. E il Papa vuole controlli sugli immobili della Chiesa.

Creato il 17 giugno 2010 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Mr. B: popolarità a picco. E il Papa vuole controlli sugli immobili della Chiesa.Letti i numeri degli ultimi sondaggi, a Berlusconi stava venendo un coccolone: “solo” il 41 per cento di gradimento contro l’apice del 62 toccato ad ottobre del 2008, ma in linea con il 48 della fine del 2009. Il 54 per cento degli italiani afferma di avere poca o nessuna fiducia nel presidente del consiglio. Cifre record. Minimo storico. Chiedersi cosa nel frattempo è accaduto è solo un esercizio retorico perché quello che è successo, e sta succedendo, è sotto gli occhi di tutti. Uscito alla grande, e con una rafforzata fama di macho, dagli scaldaletti sessuali, Berlusconi si è trovato di fronte la dura realtà della vita di chi non arriva a fine mese, di chi si suicida per aver perso il posto di lavoro, di chi sceglie i tetti per protestare e le telecamere di Report o di Annozero per rendere pubblico un disagio avvertito da sempre più italiani. Poi è accaduto che, grazie alle intercettazioni telefoniche, gli aquilani hanno appreso con sgomento che mentre molti di loro morivano sotto le macerie del terremoto, c’era gente che brindava, rideva e si spartiva appalti, come dimostra lo strano intreccio emerso in queste ore fra la banca locale, la Cassa di Risparmio, e la “cricca” aquilana dei costruttori amici di Denis Verdini e del presidente della regione Abruzzo, Chiodi (Pdl). È accaduto che siano venuti fuori i “trucchi” dei Grandi Eventi e del mercato immobiliare sul quale perfino il Papa vuole vederci chiaro. Gli italiani, a un certo punto, hanno cominciato a perdonare sempre meno i “puttanieri” e a vederli non più con le sembianze dei superman al Cialis ma per quello che sono veramente, delle mezze seghe a cui il potere ha dato alla testa. Forse, sempre gli italiani, si sono resi conto che in affaire come quelli di Pomigliano d’Arco e di Termini Imerese, un presidente del consiglio serio avrebbe fatto sentire la sua voce. In effetti l’ha fatta sentire, a Emma Marcegaglia definendola una velina e invitandola, come una qualsiasi altra pin up, escort ed igienista orale a far parte del governo. Emma, però, gli ha risposto di no, nonostante il “regalo” della gestione per pochi cent dell’hotel a cinque stelle della Maddalena al suo gruppo industriale. Gli italiani con una busta paga destinata a non aumentare di un euro nei prossimi tre anni, hanno saputo del tour di Silvio alla ricerca di un’altra villa, un altro castello, un altro palazzo; hanno saputo della trattativa per acquistare il Caravaggio, dei trecentomila euro mensili a Veronica e, probabilmente si sono detti che ogni limite ha la sua pazienza. Ma la goccia che, secondo noi, ha fatto traboccare il vaso e scendere il gradimento degli italiani in Silvio, sono stati i suoi interventi sempre fuori tema, nelle ultime uscite pubbliche, l’assemblea della Confindustria, della Federalberghi e della Confcommercio nelle quali, invece di affrontare i mille problemi di una nazione allo sbando, ha parlato, come sempre, degli affari suoi. Nell’ultima addirittura ha sparato cifre inventate di sana pianta per dimostrare come tutti gli italiani siano intercettati. La iperbolica cifra di 7 milioni e mezzo di connazionali “ascoltati”, è stata immediatamente ridimensionata dalla magistratura che ha parlato di un numero complessivo di 120mila persone, comprese quelle che gli intercettati contattano per parlare di tutt’altro che di affari (o di massaggi, o di ripassatine). Silvio spara nel mucchio, come sempre, come gli capita quando deve cercare di vendere uno stock di merce avariata e convincere il compratore che si tratta di un prodotto di prima scelta. È stanco, Silvio. Tanto stanco da minacciare di “abbandonare” perché non ha nessun potere, perché anche se il ddl sulle intercettazioni alla fine passerà, “bisognerà vedere se il capo dello stato lo firmerà e se, una volta pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, qualche toga rossa non lo porterà davanti alla Consulta che finirà per bocciarlo”. Nonostante questo si chiami “mettere le mani avanti per paura di cadere”, quello che maggiormente ci ha colpito è il suo tentativo maldestro di descrivere a tinte fosche una sua possibile uscita di scena come se la minaccia del “dopo di me il diluvio” fosse una cosa seria. Dopo aver letto i sondaggi di Ipr Marketing però, ci siamo resi conto che, tutto sommato, Silvio stavolta non l’ha detta così grossa. I dati parlano di un Pd in crisi irreversibile con simpatizzanti in continuo calo, dell’Idv messa nelle stesse condizioni (anche se meno gravi), e dell’Udc in caduta libera addirittura prima che si venisse a sapere del parlamentare siciliano che faceva ordinare la cocaina dalla segretaria e la ritirava con l’auto blu. Se la maggioranza non sta messa bene, e il governo è in calo nella fiducia degli italiani, dall’altra parte abbiamo una opposizione che non sa che pesci pigliare tanto da non riuscire a cambiare neppure una faccia della sua vecchia, obsoleta, stantia, autoperpetuante classe dirigente. Nichi Vendola ha perfettamente ragione: “Questa politica sa di morte”.

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