Sono diversi i film che, per questo nuovo anno, attendevo con curiosità e ansia. Warm Bodies, approdato nei cinema il 7 Febbraio, era uno dei tanti e, nonostante la trama dolcissima, provavo più ansia che curiosità aspettandone l'uscita. Il trailer mi sembrava perfetto, ma i primi poster promozionali e gli slogan, che lo annunciavano chiassosamente come l'erede dell'ultima ora di Twilight, mi preoccupavano. E non poco!Con la Summit a produrre e la storia di un amore strambissimo a fare da cuore centrale alle vicende, il confronto ci stava tutto, non lo nego. Ma coloro che, come me, avevano letto e adorato la romantica e spaventosa avventura di R e Julie non potevano non sbuffare davanti ai forzati paragoni con una delle saghe più modaiole e fortunate degli ultimi tempi. Il romanzo di Isaac Marion era altro. Dissacrante, pazzo, inaspettato, poetico, brutale. Decisamente altro.Per fortuna l'attesa è stata meno estenuante e lunga del previsto. Grazie alla tempestività della Key Film, a solo una settimana di distanza dagli amici americani, abbiamo potuto assistere anche noi al Warm Bodies secondo Hollywood e Jonathan Levine. E, soddisfatti, abbiamo potuto vedere che le differenze non erano tante come avevamo immaginato.Il film, infatti, è riuscito a riesumare lo spirito dell'omonimo romanzo e a lasciarlo rispettosamente integro, intatto. Questo è stato possibile, in primis, grazie al fresco talento del regista, che dopo il tragicomico 50/50 e il sorprendente All the boys love Mandy Lane, ha saputo, attraverso la macchina da presa, far suo l'atteggiamento stravagante, eccentrico e inconfondibile di Marion.
Sono diversi i film che, per questo nuovo anno, attendevo con curiosità e ansia. Warm Bodies, approdato nei cinema il 7 Febbraio, era uno dei tanti e, nonostante la trama dolcissima, provavo più ansia che curiosità aspettandone l'uscita. Il trailer mi sembrava perfetto, ma i primi poster promozionali e gli slogan, che lo annunciavano chiassosamente come l'erede dell'ultima ora di Twilight, mi preoccupavano. E non poco!Con la Summit a produrre e la storia di un amore strambissimo a fare da cuore centrale alle vicende, il confronto ci stava tutto, non lo nego. Ma coloro che, come me, avevano letto e adorato la romantica e spaventosa avventura di R e Julie non potevano non sbuffare davanti ai forzati paragoni con una delle saghe più modaiole e fortunate degli ultimi tempi. Il romanzo di Isaac Marion era altro. Dissacrante, pazzo, inaspettato, poetico, brutale. Decisamente altro.Per fortuna l'attesa è stata meno estenuante e lunga del previsto. Grazie alla tempestività della Key Film, a solo una settimana di distanza dagli amici americani, abbiamo potuto assistere anche noi al Warm Bodies secondo Hollywood e Jonathan Levine. E, soddisfatti, abbiamo potuto vedere che le differenze non erano tante come avevamo immaginato.Il film, infatti, è riuscito a riesumare lo spirito dell'omonimo romanzo e a lasciarlo rispettosamente integro, intatto. Questo è stato possibile, in primis, grazie al fresco talento del regista, che dopo il tragicomico 50/50 e il sorprendente All the boys love Mandy Lane, ha saputo, attraverso la macchina da presa, far suo l'atteggiamento stravagante, eccentrico e inconfondibile di Marion.
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