Mr. Ciak #5: Upside Down + La Madre (Recensioni)
Creato il 01 marzo 2013 da Mik_94
Ciao
a tutti! Prima del weekend, voglio lasciarvi con un nuovo
appuntamento della rubrica Mr Ciak che, questa settimana, vi propone
due brevi recensioni. La prima è di Upside Down, un romantico
film di fantascienza uscito nelle sale italiane il 28 Febbraio e
distribuito dalla Notorious. Il secondo, visto in lingua originale,
giungerà da noi il 21 Marzo per la Universal. Un horror imperdibile!
Cosa
hanno in comune? Alla regia di entrambi, un regista spagnolo. E
sapete quanto ami immensamente il cinema spagnolo, giusto? Buona
visione ;)
Una
commedia romantica a testa in giù.
Un
amore più forte della gravità.
Uno
Jim Sturgess sempre più bravo, la cui splendida voce in lingua
originale lo rende anche un ottimo ed intenso narratore. Una Kirsten
Dunst romantica e sognante, in un ruolo che, se non fossi a
conoscenza delle sue grandi doti recitative, avrei giudicato
perfetto, ma che risulta leggermente troppo lieve confrontato alla
sua brillante prova in Star System e nel teso dramma
sentimentale Love & Secrets. I singoli fotogrammi sembrano
usciti dalla camera oscura di un visionario fotografo. Prendete
Underwater di Mika, un capolavoro di Frank Miller e la
suggestiva pubblicità dello Chanel n°5 interpretata dall'angelica
Nicole Kidman. Inserite un amore rigorosamente impossibile, audace e
folle. Otterrete uno spettacolo per gli occhi in grado di ammaliarci
per 100 minuti. Si sorride, si corre tra un opposto e l'altro
ancorati al giovane protagonista, ma, a sorpresa, non c'è
l'aspettato struggimento che avrebbe potuto rendere Upside Down
più tragico, ma anche più
memorabile. Il lato estetico, forse, prevale su tutto il resto,
togliendo al film la spettacolarità di una trama più complessa e
approfondita. Ma non posso dire che Upside Down non
mi sia piaciuto, no. Non è Inception –
film che mi era venuto alla mente immediatamente, vedendo
l'affascinante e fantasioso trailer – ma soprattutto se si ha uno
spirito romantico e la voglia di emozionarsi un po', si troverà
all'interno del film un bel “perché”. Restano un'ora e mezza
scorsa via piacevolmente, una colonna sonora ricca e originale che
vuole la protagonista alle prese con un sensuale tango, una
fotografia tanto bella da lasciare senza fiato - con gli occhi che si
perdono in quei vortici di nuvole blu alla Van Gogh e in quei rossi
tramonti che mettono in evidenza il più microscopico granello di
polvere, luccicante come oro - ed il candore dei meravigliosi sorrisi
dei protagonisti, impegnati in alcune scene nei baci più emozionanti
e spettacolari di sempre.
C'erano
una volta due bambine – senza mamma, padre, famiglia - ed una casa
nel bosco.Per
cinque lunghi anni, la natura le aveva cresciute. E una presenza le
aveva protette, amandole con carezze invisibile e nutrendole con
provviste infinite di dolci ciliegie.Poi,
ritrovate dopo mesi e mesi di ricerca, erano state portate via. Dal
fitto di una foresta incontaminata alla dura realtà; realtà in cui
avevano uno zio e una zia affettuosi, libri, vestiti e giocattoli
veri, ma non lei. La loro Mamma. Un essere tanto premuroso,
quanto crudele. Un'entità capace sia di carezze, sia di uccidere
senza rimorso alcuno.
Eppure
lei, la sua oscurità e le sue falene svolazzanti erano riuscite a
seguire le due sorelle nella loro nuova casa. Le piccoline, felici
per la sua silenziosa vicinanza, erano al sicuro. Finalmente. I loro
nuovi genitori no.
Nella
vita di Victoria e Lily c'era posto solo per una madre.
Dopo
una serie di fortunati corti cinematografici, il regista Andrés
Muschietti esordisce in grande stile, con una pellicola che trasuda
professionalità, passione e talento da ogni fotogramma. A fargli da
garante in questo suo primo horror, un produttore d'eccezione. Lo
straordinario Guillermo Del Toro, che a mio dire ha raccolto tra le
sue mani lo scettro del re Tim Burton dai tempi dello splendido Il
labirinto del fauno.Il
suo nome non si limita semplicemente a starsene fermo sulla
locandina. Ovunque ci sono tracce di lui, della sua lugubre fantasia,
della spaventosa e drammatica poesia che è in grado di creare in
ogni storia. Merito suo anche il vedere, al servizio di un giovane
regista, la lanciatissima Jessica Chastain (The Help, Zero Dark
Thirty), per la quale ogni film è una tappa obbligatoria agli
Oscar.
Senza la sua lunga chioma rossa e la sua consueta
raffinatezza, veste i panni dell'eccentrica Annabel, ma la sua
indiscutibile bravura e la sua grazia da diva d'altri tempi non sono
state intaccate dalla tinta nera, dal taglio da maschietto e dai
rockettari tatuaggi sulle braccia.Lei è brava, come lo sono le due
piccole e inquietanti protagoniste. Giocano con un fantasma, sentono
sussurri nelle pareti, inquietano lo spettatore e, alla fine, gli
disintegrano un pezzetto di cuore.Troverete in abbondanza i cliché
del genere; se avete amato, tuttavia, The Orphanage, The
Others e The Intruders potete
capire cosa voglio dire.Solo
gli spagnoli sanno farlo. Prendere una vecchia storia di spettri,
boschi e bambini e renderla grande cinema. Questo film è un
incantesimo che fa tremare, commuovere ed emozionare, facendoci
sussultare sulla nostra poltrona un po' per la paura ed un po' per il
batticuore. E' magia. Magia oscura, forse. Ma sempre magia.
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