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Mr. Ciak: Suite Francese, Poltergeist, Una nuova amica, Les Combattans, La risposta è nelle stelle, Affare fatto

Creato il 03 luglio 2015 da Mik_94
Mr. Ciak: Suite Francese, Poltergeist, Una nuova amica, Les Combattans, La risposta è nelle stelle, Affare fattoUn capolavoro rimasto in una valigia. Una figlia che lo riscopre per caso e Suite Francese improvvisamente sulla bocca di tutti. Come uno schiaffo al nazismo. Mi ci sono avvicinato quando al cinema arrivava il film: lieve, di un bello che non fa rumore. Mentre il romanzo si articola per racconti, la pellicola si concentra su uno dei pochi momenti in cui puoi vedere i protagonisti quasi felici: la campagna francese, l'illusoria quiete, tempo d'amore. Ma questo Suite Francese è l'ultimo dei tre tempi che il lettore ha già sperimentato, eppure non è solo quello. In un'ora e mezza sanno trovare spazio trame amorose, sottotrame spionistiche e alcune delle figure marginali che erano contemplate nei capitoli che precedevano quello monografico sulla dimezzata famiglia Angellier. Ovunque, l'eleganza, la pudicizia, la discrezione. Lo sguardo benevolo sulla guerra che, sono certo, non avrebbe reso fastidiosa all'autrice la licenza poetica dello sceneggiatore: la suite incompiuta di lei, ebrea, paragonata alla suite incompiuta di Bruno, nazista. Saul Dibb, dopo The Duchess, torna alla regia – e al dramma storico – e questa volta è più abile nel dare voce ai personaggi e ai loro silenzi, anziché al gusto di una Knightley che, in quell'occasione, i cultori della moda avevano amato e gli spettatori insensibili a nastri e cappellini assai meno. Suite Francese, delicato e laconico come i suoi appasionati personaggi, non è il polpettone che chi cerca singhiozzi si aspetta. Controllato, alla maniera dei britannici, ha questi Michelle Williams e Matthias Shoenaerst, splendidi, che si corteggiano come col linguaggio dei segni. Puntuale e oroglioso, pensa più alla coerenza dell'operazione che ai nostri dotti lacrimali e, anche se non un'autentica trasposizione, con tutte le sue variazioni sul tema, si rivela un sentito omaggio, una vendetta. Una specie di tardiva vittoria. (7)
Mr. Ciak: Suite Francese, Poltergeist, Una nuova amica, Les Combattans, La risposta è nelle stelle, Affare fattoPoltergeist non è un titolo familiare a chi è della mia generazione. Se l'ho visto – e non so dirvelo con certezza, perché ho in testa una compilation di scene famose che forse avevo occhieggiato nel reale lungometraggio, forse in Scary Movie 2 – non l'ho venerato. Questo remake di dubbia utlità non sarà il peggiore horror che in estati in cerca di vani brividi passeranno dalle nostre sale. Scorre e ripropone con autoironia le sequenze cult, viaggiando maggiormente dalle parti del cinema fantastico che di quello che dovrebbe farci strizza. La storie come tante dei Bowen è al centro di un horror da bollino verde, dunque, che non dispiacerà alle famiglie. Si scontra con quello che pare una specie di capolavoro, ma con così tanto candore – e leggerezza – che con questo horror buono dentro, alla fine, non puoi essere cattivo. Si accontenta dell'essenziale e, poco dark e con effetti speciali rigorosamente al computer, con il suo cast non di primissima scelta, è una visione carina e senza pretese, con presenze poco demoniache e, al contrario, angioletti di pargoli, tra cui spicca il bravo Kyle Catlett – che quale anno fa o solo il mese scorso? - è stato T.S Pivet per Jeunet. Si prende come modello più la storia firmata trent'anni fa da Spielberg che la cupezza del prodotto di Hooper: i bambini sono in pericolo ma si sa che non succederà loro niente di grave; il lieto fine arriverà; la casa è infestata, ma con il mercato che langue, tanto, sai quante ne trovi all'ombra dei tralicci dell'alta tensione. (5,5)
Mr. Ciak: Suite Francese, Poltergeist, Una nuova amica, Les Combattans, La risposta è nelle stelle, Affare fattoQualcuno dice che è il primo amore che non si scorda, ma Claire ha sempre avuto in testa Laura, sua migliore amica dai tempi dell'asilo. E' per questo che quando muore, si prende una pausa dal lavoro e si chiude in casa, preda di un dolore incomprensibile ai cuori altrui. Quando Claire, ospite non invitata, becca l'inconsolabile vedovo a indossare i vestiti della moglie defunta reagisce prima con la ragionevole confusione, poi con la curiosità che solo le donne hanno. Perché David sente il bisogno di vestirsi come la Laura che hanno entrambi amato? Omossesualità taciuta o un modo per superare il lutto? Una nuova amica potrebbe sembrare l'Hitchcock più celebre o un Almodòvar in crisi di identità; un noir sui disturbi della personalità oppure un'esuberante racconto sopra le righe. Non è né l'una né l'altra cosa, o forse entrambe. Come lo sconsolato David che, una parrucca bionda e i tacchi, diventa la querula Virginia; sostituto perfetto della migliore amica e dell'anima gemella. Una fuga dalla realtà, un compromesso, quando per dire addio c'è tempo e l'atto di guardarsi dentro – adesso che si è accasati – crea tragicommedie. Una nuova amica ha i meccanismi del thriller psicologico, la brillantezza della migliore commedia sofisticata e l'indefinito erotismo di una drammatica indagine sulle cose che più sfuggono e affascinano: la sessualità, il desiderio. Ma altro non è che opera del bravissimo Ozon. Dunque l'eleganza – e l'ambiguità, e una regia impeccabile, e personaggi cesellati con la cura che avrebbe un analista  - è compresa nel pacchetto. Non ci sono dissonanze, solo una credibilità forte, e non ha sbavature il trucco di questo Romain Duris che recita en travesti, mentre la seducente Anais Demoustier gioca a fingersi sua amica, amante e perfino rivale, nella sequenza immaginata in cui Duris, sotto la doccia, tocca il marito di lei. Con il cervello e l'anima che litigano, le membra che cercano un inammissibile tipo di abbraccio e i guardaroba, invece, che preferirebbero l'altra parte – quella sbagliata – del negozio di abbigliamento all'angolo. (7,5) Mr. Ciak: Suite Francese, Poltergeist, Una nuova amica, Les Combattans, La risposta è nelle stelle, Affare fatto Lui, muratore, conosce lei, annoiata figlia unica di una coppia borghese. Partono col piede sbagliato: può da una lotta corpo a corpo nascere la scintilla? Lui, che è segretamente romantico, segue perciò lei, che è un pezzo di ghiaccio, a un campo di addestramento: le ragazze di oggi sognano di entrare nell'esercito. Così, tra una corsa a ostacoli e la levataccia al mattino, vivere tutt'uno con l'ambiente e scoprirsi più alti di una spanna. Questa, in parole semplici, la trama del semplice Les Combattans, che da noi si becca un titolo anglofono e il sottotitolo Addestramento di vita. Opera prima rinfrescante e dotata di spunti mai sfiorati prima dalla romcom tradizionale, forse non meritava tutti i premi che ha vinto qui e lì – per nulla impegnata, non abbastanza chic da essere sopravvalutata -, ma ha dialoghi aciduli, due protagonisti abbastanza bislacchi da risultare memorabili e un'aria tutt'altro che perfettina. Eccolo, il suo segreto, insieme a un romanticismo che meno romantico non si può e alla giunonica Adèle Haenel, divertentissima e adorabile nella sua impassibilità di soldato fatto e finito (e poi, diciamolo, con “quella sua maglietta fina” tutta bagnata sta benissimo). Battute mirate, colonna sonora che gasa e un epilogo ahimè un po' così - tu chiamalo sospeso, io inconcludente – anticipato da una ansiogena scena da survival horror. Sono abituato alla commedia francese che sa di roselline di campo, Chanel n°5 e altri luoghi comuni, ma anche questa – che odora di napalm al mattino – non è mica male. (7)
Mr. Ciak: Suite Francese, Poltergeist, Una nuova amica, Les Combattans, La risposta è nelle stelle, Affare fattoUna studentessa incontra un cowboy: è colpo di fulmine. Un novantenne, nel frattempo, prende in pieno un guardrail: il suo, invece, è colpo di sonno. Una storia che nasce e una che finisce si incrociano nell'ennesima trasposizione di Nicholas Sparks.La risposta è nelle stelle però non funziona, e lo dico da spettatore saltuariamente tollerante al suo saccarosio che, senza pregiudizio, si è sorbito queste due ore – tante – in compagnia di una vicenda doppio strato – da un lato la gioventù oggi, dall'altro il matrimonio ieri, sull'abusato sfondo della guerra. Young adult più melò: un polpettone alla Rai Uno sconsigliato agli insofferenti cronici che tra scontatezze, morti tragiche che latitano – Sparks, qui non uccidi nessuno?- e dialoghi tremendi sembra la casa terremotata delle fiabe coi mattoncini del meglio di The Notebook e del peggio di The Last Song. E' che più di uno Sparks all'anno non si tollera e che quest'anno ho già visto l'accettabile The Best of me, o che questo film è prolisso e dolciastro da non credere? Ma occhio a Britt Roberts – io l'ho già adocchiata e sono un suo stalker convinto – e a Scott Eastwood, che dalla sua ha un padre leggendario e una faccia straordinaria. Mistero le recensioni, a sorpresa, positive. Mistero ancora più misterioso il titolo italiano: penserei a una strizzata d'occhio aColpa delle stelle, se non fosse che il romanzo – con il titolo uguale – ha ormai qualche anno. Al massimo, tra buoi, cavalli e vaccate varie, alcune perdonabili e altre no, inThe Longest Ridela risposta agognata sarà nelle stalle? (5-)
Mr. Ciak: Suite Francese, Poltergeist, Una nuova amica, Les Combattans, La risposta è nelle stelle, Affare fattoDopo il buon Starbuck – paradossale storia di un donatore di sperma che si scopre padre di un migliaio di figli sparsi per il mondo – e il remake americano che avevo evitato, immaginandolo uguale all'originale, il canadese Ken Scott torna alla commedia a stelle e strisce: rumorosa, volgarotta, canonica, simpatica. Piacevole abbastanza. Si ridacchia, infatti, nel seguire tre perdenti – un padre assente, un venticinquenne con la testa tra le nuvole, un anziano che vorrebbe divorziare – e il tentativo rocambolesco di siglare un vantagioso accordo, anche se la spietata Sienna Miller trama loro conto. Si vola a Berlino nella stagione clou e si pensa alla famiglia lontana, alla prima volta, alla giovinezza persa. L'avventura europea di tre che hanno probabilmente visto troppe volte Jerry Maguire –American Pie – nel suo piccolo sembra funzionare, soprattutto grazie a un cast calibratissimo, con un comprimario come Nick Frost, grasso campione della risata grassa. Vince Vaughn e i suoi soliti ruoli; il due volte candidato all'Oscar Tom Wilkinson, che ha la leggerezza dei giovani; Dave Franco, fratello minore di James, che ci meraviglia con tempi comici notevoli, la timidezza dei nerd e la sbadataggine che lui, belloccio, di certo non conosce in prima persona. Affidati a lui, tra visite ai glory hole e posizioni del kamasutra non meglio idenficate, i momenti in cui si ride, non si pensa a niente e svanisce così, magicamente, l'ansia da Estiva. (6)

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