Autore: Alessandro Baricco
Titolo: Mr. Gwyn
Genere: Letteratura italiana
Data prima pubblicazione: 2011
Casa Editrice: Feltrinelli
Collana: I narratori
160 pagine
Prezzo copertina: 14,00 €
EAN 9788807018626
Questo libro mi ha lasciata davvero senza parole – in senso buono – ma una recensione devo pur scriverla. Nel taccuino che mi accompagna come un amico fidato durante la lettura di ogni libro ho annotato poche cose: da dove parte la storia – quell’elenco di 52 cose da non fare, che Mr. Gwyn pubblica sul Guardian – l’ambientazione scelta per il suo nuovo lavoro di copista – un loft con arredamento minimal, una composizione di rumori in loop, a fare da sottofondo e 18 lampadine Caterina de’ Medici che si sarebbero spente dopo circa 32 giorni – e, alla fine, un solo aggettivo, scritto bello in grande, in stampatello: STRATOSFERICO!
Il romanzo è perfetto. Baricco riesce a catturare l’attenzione del lettore con questo personaggio a tratti strano e fuori di testa, che d’improvviso abbandona la sua fortunata carriera di scrittore e decide di fare il copista.
Un orologiaio 63enne, una quarantenne con la mania dell’India, un’ex hostess, un giovane pittore, una coppia di sposi, un medico, un’anziana appassionata di poesia, il sarto della regina, la figlia dell’orologiaio, un amico in fin di vita e la sua musa ispiratrice, Rebecca. Sono questi i personaggi di cui Mr. Gwyn scrive il ritratto. No, non ho sbagliato a digitare, avere letto bene: Mr. Gwyn scrive ritratti. Dedica, infatti, questa particolare fase della sua vita a “copiare” soggetti umani, in un connubio tra arte narrativa e tecnica pittorica.
La reazione di Rebecca – la prima a cui Jasper Gwyn chiede di posare – dopo la lettura di quei pochi fogli in cui è descritta tutta la sua persona, è sbalorditiva. «Come fa?, chiese. Aveva gli occhi lucidi.» Da qui scatta una curiosità quasi morbosa: ho corso tra le pagine per vedere se almeno un estratto di queste cartelle sarebbe saltato fuori. Ma solo alla fine, ancora ansimante, mi sono resa conto che non era questo lo scopo del libro. Solo nelle ultime pagine il senso del gioco viene svelato. Non sarebbe servito a niente leggere quello che Mr. Gwyn aveva scritto, se prima non avessi realmente conosciuto le persone di cui stava parlando. Sarebbe stato solo un buon esercizio di scrittura, per Baricco, riportare quei ritratti, ma il messaggio che ha voluto far trasparire in questo libro è ben altro.
«Un giorno, che eravamo seduti in un parco, mi spiegò che tutti abbiamo una certa idea di noi stessi, magari appena abbozzata, confusa, ma alla fine siamo portati ad avere una certa idea di noi stessi, e la verità è che spesso quell’idea la facciamo coincidere con un certo personaggio immaginario in cui ci riconosciamo. […] Jasper Gwyn mi ha insegnato che non siamo personaggi, siamo storie. Ci fermiamo all’idea di essere un personaggio impegnato in chissà quale avventura, anche semplicissima, ma quel che dovremmo capire è che noi siamo tutta la storia, non solo quel personaggio. Siamo il bosco dove cammina, il cattivo che lo frega, il casino che c’è attorno, tutta la gente che passa, il colore delle cose, i rumori».
La lettura è davvero suggestiva, vi ruba solo poche ore, ma lascia una traccia permanente nella vostra anima. Merita di essere “eletto” libro del mese.
Vi è stato dedicato addirittura un sito, dove potrete immergervi nei suoni e nei rumori che hanno accompagnato Mr. Gwyn e dove potrete leggere (e ascoltare) alcune frasi e citazioni tratte da questo originalissimo romanzo, lette personalmente da Alessandro Baricco.