Quando si parla di Transvesubienne si parla di fatica, sacrificio, sudore ma anche di forti emozioni, divertimento, soddisfazioni. La Transvesubienne è una gara estrema di Endurance in mtb disputata ogni anno in Costa Azzurra (Francia) nel mese di maggio. 85 chilometri, 3.300 metri di dislivello in positivo, 4.300 in negativo. Partenza da La Colmiane e arrivo sulla spiaggia di Nizza: è annoverata fra le gare di mtb più impegnative nel panorama mondiale. La sua fama è dovuta alla difficoltà tecnica del tracciato, caratterizzato da aspre salite e ripide discese in single track.
Il percorso della gara è suddiviso in quattro intertempi dove si trovano rifornimenti, automezzi e personale di pronto soccorso (che hanno il loro bel da fare) e addetti alla registrazione dei tempi. In ognuno dei quattro scaglioni è stabilito infatti un tempo massimo di passaggio, oltre il quale i concorrenti finiscono fuori classifica. Non solo capacità tecnica dunque ma anche velocità.
Io e Alessio, una testa matta che come me si diverte a cimentarsi in imprese del genere, decidemmo di partecipare alla Transvesubienne e iniziammo un programma di allenamento in Toscana: uscite tecniche sul Monte Serra, sessioni di spinning settimanali, gare locali e lunghe girate sulle nostre colline labroniche.
Maggio arrivò in un baleno. Non sapevamo quale sarebbe stato l'esito dell'impresa ma di certo eravamo più carichi ed emozionati che mai! Partimmo in direzione Costa Azzurra e il giorno precedente alla gara ritirammo le pettorine con i numeri di riconoscimento e le nostre mountain bike furono sottoposte ad un accurato controllo da parte degli addetti alla gara. Le ruote vennero marchiate con il logo della gara per evitare sostituzioni dell'ultimo minuto, vietate da regolamento.
Attorno a noi concorrenti provenienti da tutto il mondo con mtb incredibilmente accessoriate e ammortizzate. Ricordo i tentativi di mascherare la tensione con battute e prese di giro. Concludemmo la vigilia della gara con una leggera cena francese, per me seguita dall'immancabile "sigaretta scacciatensione". La mattina alle 5.00 cominciarono gli interrogativi sui migliori indumenti da indossare. Optai per il pantaloncino corto ("le gambe 'un c'hanno giudizio" dice sempre mia nonna) e una maglia a mezze maniche con manicotti tecnici antigelo. Sotto la maglia una canottiera traspirante.
La TransVesubienne impone ai comuni mortali dalle 10 alle 12 ore in sella, quindi viene stabilita da regolamento anche una scorta di sali minerali e integratori da portare con sè nello zaino. Alle 6:30 entrammo in griglia, alle 6:45 la partenza dalla pista da sci de La Colmiane. Un breve tratto in discesa seguito da una lunga salita, ripida ma pedalabile. Dopo alcuni km affrontati senza problemi ci trovammo a fare i conti con le vere difficoltà della gara.
Single Track ripidi e veramente impegnativi, talvolta esposti su costoni di monte a poche spanne dal dirupo, salite da affrontare con bici a spalla e tratti di montagna dove ci siamo letteralmente arrampicati sulle pareti di roccia. Ma tutto ciò era contornato da un panorama unico, talvolta surreale. Complici le cime dei monti si aveva l'impressione di trovarsi sul tetto del mondo.
A metà percorso ero già molto provato dalla fatica e dai crampi alle gambe ma continuavo caparbiamente ad andare avanti, anche grazie ad Alessio che, seppur provato quasi quanto me, mi incitava a non mollare e mi ripeteva in continuazione i motivi che ci avevano portato lì.
Riuscimmo ad andare avanti ancora diversi km, gli altri concorrenti che incrociavamo lungo il percorso non erano messi meglio di noi. Ricordo in particolare un concorrente incontrato lungo una ripida salita: seduto accanto alla sua mtb aveva uno strano sguardo piantato fisso nel vuoto. Provammo a chiedergli se aveva bisogno di aiuto. Rivolse lo sguardo verso di noi ma non aveva la forza (o il fiato!) per rispondere; solo un cenno della mano ci fece capire che era tutto ok.
Poco dopo cercai di mangiare qualcosa ma la fatica mi aveva chiuso lo stomaco; arrivammo al 3° intertempo, equivalente a 3/4 del percorso ma sforammo di 30 minuti il tempo limite di passaggio e fummo inesorabilmente messi fuori classifica.
Avevamo comunque una dignità e mai avremmo voluto arrivare a Nizza con mezzi diversi dalle nostre gambe. Rifiutammo il trasporto fino all'arrivo e raccogliemmo le ultime forze per affrontare gli ultimi 20 km che ci separavano dall'arrivo. Tagliammo il nostro "personale" traguardo alle ore 17:00, dopo 10 ore di passione attraverso i monti francesi e festeggiammo l'arrivo con un memorabile tuffo nelle acque di Nizza completamente vestiti, con scarpe e completo da bici!
Facce provate all'arrivo
Alcuni consigli per affrontare la TransVesubienne:
1) Partite e gareggiate in compagnia, le difficoltà del percorso saranno più sopportabili se accanto a voi avrete un amico.
2) Non sottovalutate la preparazione atletica per affrontare la gara. Non conta solo il saper pedalare in mtb, è fondamentale abituare il fisico a lunghe sessioni di trekking. Ne avrete bisogno quando dovrete affrontare i tratti in salita con la bici sulle spalle!
3) Prenotate con discreto anticipo l'iscrizione alla gara e il soggiorno in albergo, la TransVesubienne conta ogni anno almeno 600-700 partecipanti.
Buona Strada!
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