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Multitasking? No, grazie!

Da Psicotorino

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Viviamo in un’epoca frenetica, fatte di cose da fare, informazioni da gestire, risposte da dare. Abbiamo poco tempo per tutto e tutti.
Ci hanno spiegato che se impariamo a fare più cose contemporaneamente saremo più efficienti. Dobbiamo diventare dei computer viventi: processare, elaborare, pronti,via.  Lo sa bene chi si trova a dover gestire lavoro, casa, coppia e figli tutto  nella stessa vita.
Così diamo diventati una generazione multitasking: con una mano rispondiamo alle e-mail di lavoro sullo smartphone mentre con l’altra impastiamo una torta; con un orecchio stiamo al telefono e con un occhio buttiamo lo sguardo a chi è seduto di fronte a noi live.

Quello che si sono dimenticati di dirci ( o forse, ci siamo dimenticati noi stessi) è che il cervello ci illude di essere multistaking: in realtà può processare al massimo due informazioni insieme, il resto viene gestito in maniera sequenziale. Inoltre, fare (e pensare) troppe cose insieme rischia di sovraccaricare il cervello di stimoli, provocando effetti collaterali:

“Quando la gente pensa di fare multitasking, in realtà sta solo passando da un compito a un altro molto rapidamente . E ogni volta che lo fa, c’è un costo cognitivo”
(Earl Miller, neuroscienziato)

L’abitudine al multistaking può farci cadere nel circolo vizioso della dopamina, come sostiene lo studioso Daniel J. Levitin , direttore del Laboratory for Music, Cognition and Expertise alla McGill University:

“Si è visto che il multitasking aumenta la produzione di cortisolo, l’ormone dello stress, e di adrenalina, l’ormone del “lotta o scappa”, che può stimolare eccessivamente il cervello e causare annebbiamento o pensieri disturbati . Il multitasking crea un circolo vizioso di dipendenza dalla dopamina, premiando effettivamente il cervello a perdere la concentrazione e a cercare stimoli esterni. A peggiorare le cose, la corteccia prefrontale ha una “distorsione da gadget”, il che significa che la sua attenzione può essere facilmente distratta da qualcosa di nuovo.”

Tutto ciò dovrebbe esser sufficiente a dissuaderci da compiere comportamenti pericolosi come utilizzare il telefono per chiamare o messaggiare mentre si è al volante o in altre situazioni in cui è richiesta vigilanza.

Tornando invece alla quotidianità, quali sono le azioni che compiamo quai quotidianamente in modalità multitasking senza accorgercene? Con quali risultati? Come potremmo svolgerle diversamente?
Commentate qui sotto se vi va… e se non state facendo altro.



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