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Multiversum – Leonardo Patrignani

Creato il 31 marzo 2014 da Ilariagoffredo

Eccomi oggi a recensire il primo capitolo di una saga che mi è piaciuta molto.

MULTIVERSUM

Leonardo Patrignani

Mondadori

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Trama

Alex vive a Milano. Jenny vive a Melbourne. Hanno sedici anni. Un filo sottile unisce da sempre le loro vite: un dialogo telepatico che permette loro di scambiarsi poche parole e che si verifica senza preavviso, in uno stato di incoscienza. Durante uno di questi attacchi i due ragazzi riescono a darsi un appuntamento. Alex scappa di casa, arriva a Melbourne, sul molo di Altona Beach, il luogo stabilito. Ma Jenny non c’è. I due ragazzi non riescono a trovarsi perché vivono in dimensioni parallele. Nella dimensione in cui vive Jenny, Alex è un altro ragazzo. Nella dimensione in cui vive Alex, Jenny è morta all’età di sei anni. Il Multiverso minaccia di implodere, scomparire. Ma Jenny e Alex devono incontrarsi, attraversare il labirinto delle infinite possibilità. Solo il loro amore può cambiare un destino che si è già avverato.

L’autore

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Leonardo Patrignani è nato a Moncalieri nel 1980. Compositore, doppiatore e lettore appassionato dei romanzi di Stephen King, scrive dall’età di sei anni. I diritti del suo romanzo d’esordio, Multiversum, sono stati acquisiti da 18 Paesi.

Recensione

Lo dico subito: sono rimasta piacevolmente sorpresa. Non sempre mi capita di leggere libri capaci di trascinare in questo modo: dovevo leggere, leggere, leggere, sapere cosa sarebbe successo. La storia è originale e mi ha molto affascinata in quanto ho letto altro – su riviste scientifiche – che riguarda l’esistenza di più universi. Lo stile dell’autore è rapido e asciutto, le scene veloci ma efficaci. Le tematiche scientifiche sono trattate con una leggerezza che non guasta, rendendo la lettura ideale a giovani adulti e, anzi, credo che essa possa suscitare curiosità verso le teorie in questione. Un buon libro con il giusto miscuglio di azione, ragionamento, avventura e mistero, per non parlare degli scenari apocalittici e ipotetici che vengono descritti tramite pochi ma efficaci dettagli. Le ultime scene sono molto cinematografiche.

Se leggete il primo libro non avrete bisogno dei miei consigli per continuare la lettura, perché non potrete farne a meno, ma vi accenno comunque qualcosina. Il secondo capitolo della saga è davvero affascinante: Memoria, il luogo in cui si svolgono le vicende iniziali, è qualcosa di straordinario.

L’ultimo libro, Utopia - di cui ho terminato la lettura ieri -, è forse più movimentato dei precedenti e mostra un tocco di genio in più per ciò che riguarda le intricate vicende della trama. Stop, non posso dirvi altro altrimenti vi rovino la sorpresa.

Saga consigliatissima.

Approfondimenti

Multiverso

Il multiverso è un insieme di universi coesistenti e alternativi al di fuori del nostro spaziotempo, spesso denominati dimensioni parallele, che nascono come possibile conseguenza di alcune teorie scientifiche.
Il termine fu coniato nel 1895 dallo scrittore e psicologo americano William James.
Dal punto di vista scientifico il concetto di multiverso è stato proposto in modo rigoroso per la prima volta da Hugh Everett III nel 1957 nell’interpretazione a molti mondi della meccanica quantistica.
Il concetto di universi paralleli venne introdotto in precedenza nella letteratura dallo scrittore di fantascienza statunitense Murray Leinster nel 1934, per essere ripreso in seguito da molti romanzi di narrativa fantascientifica e fantasy.

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Il multiverso nella cosmologia

Il multiverso è, scientificamente parlando, un insieme di universi coesistenti previsto da varie teorie, come quella dell’inflazione eterna di Linde o come quella secondo cui da ogni buco nero esistente nascerebbe un nuovo universo, ideata da Smolin. Le dimensioni parallele sono contemplate anche in tutti i modelli correlati al concetto di D-brane, classe di P-brane inerenti alla teoria delle stringhe.

Hugh Everett III e la sua “interpretazione a molti mondi”

Il concetto di multiverso viene proposto in modo serio per la prima volta nella cosiddetta “interpretazione a molti mondi” della meccanica quantistica, proposta da Hugh Everett III nella sua tesi di dottorato (The Many-Worlds Interpretation of Quantum Mechanics, abbreviata in MWI); questa interpretazione prevede che ogni misura quantistica porti alla divisione dell’universo in tanti universi paralleli quanti sono i possibili risultati dell’operazione di misura.
La teoria del multiverso proposta da MWI ha un parametro di tempo condiviso. In molte delle sue formulazioni, tutti gli universi costituenti il multiverso sono strutturalmente identici, e possono esistere in stati diversi anche se possiedono le stesse leggi fisiche e gli stessi valori delle costanti fondamentali. Gli universi costituenti sono inoltre non-comunicanti, nel senso che non può esservi un transito di informazioni tra di essi, anche se nell’ipotesi di Everett potenzialmente possono esercitare un’azione reciproca.

Interpretazione di Copenhagen

Altre interpretazioni della molti-mondi sono quella di Copenhagen e quella delle “storie consistenti”. In queste ipotesi, lo stato dell’intero multiverso è correlato agli stati degli universi costitutivi dalla sovrapposizione quantistica, ed è descritto da una singola funzione d’onda universale. Simili a questa visione sono l’interpretazione a molteplici storie di Feynman e quella di Zeh a molte menti.
L’interpretazione a molti mondi (Many Worlds Interpretation) non può spiegare l’apparente universo antropico, questo perché le costanti fisiche di almeno una parte degli infiniti possibili “mondi” sono le stesse. L’interpretazione a molti mondi può, comunque, spiegare l’esistenza (all’apparenza improbabile) di un pianeta come la Terra. Vedasi l’Ipotesi della rarità della Terra: se l’interpretazione a molti mondi fosse corretta, allora esistono così tante copie del nostro universo che l’esistenza di almeno un pianeta come la Terra non è sorprendente.

Teoria delle “bolle”

La formazione del nostro universo da una “bolla” del multiverso venne proposta da Andrej Linde. Questa teoria è nota come teoria dell’universo a bolle.
Il concetto dell’universo a bolle comporta la creazione di universi derivanti dalla schiuma quantistica di un “universo genitore”. Alle scale più piccole (quantistiche), la schiuma ribolle a causa di fluttuazioni di energia. Queste fluttuazioni possono creare piccole bolle e wormhole. Se la fluttuazione di energia non è molto grande, un piccolo universo a bolla può formarsi, sperimentare una qualche espansione (come un palloncino che si gonfia), ed in seguito potrebbe contrarsi. Comunque, se la fluttuazione energetica è maggiore rispetto ad un certo valore critico, si forma un piccolo universo a bolla dall’universo parentale, va incontro ad un’espansione a lungo termine, e permette la formazione sia di materia che di strutture galattiche a grandissima scala.
Una teoria formulata dal fisico Alexander Vilenkin afferma che il multiverso è formato da tanti universi, ognuno dei quali si trova confinato in una bolla in inflazione eterna (cioè in costante espansione esponenziale), incluso il nostro (ogni singolo universo, almeno rispetto ad osservatori situati al suo interno, deve implicare una genesi riconducibile o affine ad un Big-bang). In alcune zone di una bolla la deformazione dello spazio-tempo è tale da portare alla formazione di una nuova bolla, aprire un varco verso un nuovo universo; dopo un certo periodo, sempre per effetto della deformazione, la nuova bolla si stacca e si forma un universo del tutto indipendente, senza alcun punto di collegamento con quello di partenza.

Teoria del Multiverso di David Deutsch

Inoltre la “Teoria del Multiverso” conosce una fondamentale argomentazione da parte del fisico David Deutsch, uno dei massimi teorizzatori viventi della computazione quantistica e dei computer quantistici, che prevede proprio nella realizzabilità di tali dispositivi la prova sperimentale di una iper-struttura cosmologica detta appunto multiverso.

Teoria delle stringhe e delle superstringhe

Nell’ambito della teoria delle superstringhe, troviamo un quarto tipo di multiverso, le membrane. Secondo la teoria delle stringhe, la materia è composta da minuscole corde vibranti in uno spazio di 11 dimensioni (10+1), dunque 7 in più dallo spazio 3 D a noi noto (più la dimensione temporale).
Le stringhe potrebbero essere aggregate a membrane 3 D (o più) immerse in uno spazio molto più ampio (iperspazio), ogni membrana è un universo distinto. Alcuni scienziati ritengono che il Big Bang che ha dato origine al nostro universo sia stato originato da uno scontro tra due o più membrane.
Secondo la teoria delle stringhe e delle superstringhe, le ipotesi di natura corpuscolare e ondulatoria della materia non sono alternative. A un livello più microscopico, la materia appare composta da particelle, che in realtà sono aggregati di cariche energetiche. Ad una dimensione di analisi crescente, queste particelle si presentano composte da energia.
Il costituente primo della materia sono stringhe di energia che vibrano ad una determinata frequenza o lunghezza d’onda caratteristica, e che si aggregano a formare particelle.
Gli infiniti universi paralleli potrebbero coesistere nello stesso continuum di dimensioni, vibrando a frequenze differenti. Il numero di dimensioni necessarie è indipendente dal numero di universi, ed è quello richiesto per definire una stringa (al momento 11 dimensioni). Questi universi potrebbero estendersi da un minimo di 4 a tutte le dimensioni in cui è definibile una stringa. Se occupano 4 dimensioni, queste sono il continuo spazio-temporale: nel nostro spazio-tempo, coesisterebbero un numero infinito o meno di universi paralleli di stringhe, che vibrano entro un range di lunghezze d’onda/frequenze caratteristico per ogni universo. Coesistendo nelle stesse nostre 4 dimensioni, tali universi sarebbero soggetti a leggi aventi significato fisico analogo a quelle del nostro universo.
La novità di questa teoria è che gli infiniti universi non vivono in dimensioni parallele, né necessitano di postulare l’esistenza di più di 4 dimensioni di spazio-tempo. Ciò che consente di definire una pluralità di universi indipendenti non è un gruppo di 4 o più dimensioni per ogni universo, ma l’intervallo di lunghezze d’onda caratteristico.
L’intervallo teorico di frequenze/lunghezze d’onda per le vibrazioni di una stringa determina anche il numero finito/infinito di universi paralleli definibili.

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Possibile misurazione degli effetti del multiverso

Nel luglio del 2007 Tom Gehrels dell’University of Arizona ha pubblicato un articolo dal titolo “The Multiverse and the Origin of our Universe”, in cui vengono suggeriti degli effetti misurabili dell’esistenza del multiverso.

Ipotesi del Multiverso nella fisica

Laura Mersini-Houghton propose la teoria che il “cold spot” rivelato dal satellite WMAP potrebbe fornire un’evidenza empirica misurabile per un universo parallelo all’interno del multiverso. Secondo Max Tegmark, l’esistenza di altri universi è conseguenza diretta delle osservazioni cosmologiche. Tegmark descrive l’insieme generale di concetti correlati che condividono la nozione che esistono altri universi al di là di quello osservabile, e si spinge fino a fornire una tassonomia degli universi paralleli organizzata a livelli.

Fonte: Wikipedia

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