Mumbai, nel cuore del subcontinente indiano condensa tutte queste caratteristiche, aggiungendo un tocco di complessità data dall’ambiente cittadino e moderno tipico della capitale del Maharastra.
Il primo aspetto da affrontare quando si arriva a Mumbai da soli consiste nel trovare un alloggio. Sebbene anche qui gli standard indiani consentano di vivere con relativamente poche spese, Mumbai è la città più costosa di tutta l’India: una camera arriva a costare almeno il doppio che a Bangalore o Hyderabad, e fino a dieci volte rispetto ai villaggi più sperduti (dove si può pernottare anche con 50 centesimi di euro a notte). Ciononostante un alloggio centrale è solitamente disponibile a partire da 500 rupie (circa 10 euro).
Un ottimo quartiere dove prendere una camera è sicuramente Colaba, una zona ricca di locali e negozi, molto frequentata dai visitatori stranieri ma ancora carica del suo fascino tipicamente indiano. A ovest quest’area arriva fino all’Oceano Indiano, dove il lungomare Apollo Bunder si apre sulle onde del mare e presenta al suo centro uno dei monumenti più famosi della città: il Gateway of India, la monumentale porta di pietra sotto cui sono sfilati gli ultimi soldati inglesi in seguito all’indipendenza nazionale. Sempre a Colaba si trova anche il celebre Leopold Cafe, imperdibile per chiunque si trova a Mumbai per la prima volta. Per oltre cinquant’anni qui si sono incontrati malavitosi, trafficanti, ladri e truffatori. Ora è un ritrovo per turisti stranieri e nel 2008 è stato tra gli obiettivi dell’attentato che è costato la vita a 164 persone.
Spostarsi in strada con i mezzi pubblici è quasi impossibile, a meno di non conoscere almeno un po’ di hindi. Esiste un servizio di ferrovie metropolitane, ma è quanto di più lontano dall’efficiente ci si possa immaginare: non vi è ora in cui i vagoni non siano stracolmi, e intuire quale sia la fermata in cui si vuole arrivare è difficile almeno quanto riuscire a scendere una volta raggiunta. La sola alternativa valida sembrano essere i taxi, che però raramente usano il tassametro e stabiliscono la propria tariffa in base all’aspetto del cliente e alla contrattazione che ne segue.
Un po’ più distante dal centro si trova l’enorme lavanderia a cielo aperto di Mahalaxmi Dhobi Ghat, uno spettacolo impressionante di vasche di roccia e centinaia di lavoratori intenti a lavare – così si dice – tutti gli indumenti consegnati alle lavanderie dell’intera città.
La moschea di Haji Ali, invece, si trova sulla costa di Worli. É congiunta alla città da una lunga passerella di cemento, molto trafficata da fedeli, venditori di fiori e mendicanti. Con l’alta marea lo stretto passaggio viene completamente sommerso, lasciando la moschea a galleggiare in mezzo alle onde come una visione spettrale, il cui fascino ben si integra nella cadente bellezza della città.
Foto e testo: Flavio Alagia (NonSoloTuristi.it)