Titolo: Muoio dalla voglia di conoscerti
Autore: Aidan Chambers
Editore: Rizzoli
Anno: 2012
La simbiosi è un fenomeno naturale: “Per simbiosi in ecologia si intende un'interazione biologica piuttosto intima, di lungo termine, fra due o più organismi. Le interazione influiscono sulla densità delle popolazioni, e quindi possono essere positive (+) se l'aumentano, negative (-) se la diminuiscono e neutrali (0) se né l'aumentano né la diminuiscono” (è la solita Wkipedia che parla!).
Senza entrare troppo negli aspetti tecnici della questione, a me piace pensare ad alcune forme particolarmente estetiche di questo fenomeno. Tipo il pesce pagliaccio con l’anemone di mare o il corallo con alcune alghe.
Questa premessa semplicemente per dire che una simbiosi può essere anche l’oggetto di un romanzo.
In “Muoio dalla voglia di conoscerti” di Aidan Chambers, autore già insignito dell’Hans Christian Andersen Award (il Nobel della letteratura per ragazzi) il rapporto simbiotico è tra un ottuagenario scrittore e Karl, un diciottenne idraulico, che si rivolge all’anziano artista per essere aiutato a scrivere lettere d’amore alla propria ragazza. Perché è dislessico (“Faccio fatica a scrivere … Le cose si confondono. Non solo le lettere e le parole. Anche le frasi e i pensieri. Succede qualcosa tra ciò che ho dentro la testa e ciò che viene fuori quando cerco di scriverlo”).
E le motivazioni dello scrittore quali sono? “… Aiutarlo era come aiutare me stesso alla sua età e aiutare me stesso con le mie difficoltà”. Oltretutto, l’anziano autore si trova – dalla morte dell’amata moglie – nel bel mezzo di una crisi creativa (“Solo due cose sono sempre state veramente importanti per me. La nostra vita insieme e scrivere romanzi … Le avevo perse tutte e due”), che pensa di risolvere anche grazie a Karl. E, come in ogni simbiosi che si rispetti, il risultato è un vantaggio reciproco. Per lo scrittore, uomo in cui la dimensione esistenziale (“La vita non è come un romanzo, ma un romanzo può essere come la vita”) e letteraria si fondono (“Mi domandai che cosa avrei fatto se fosse stato uno dei miei romanzi … per spingere in avanti la trama …”), il beneficio è lo sblocco dall’impasse creativo.
Per Karl, il vantaggio è la scoperta della scultura e il desiderio di reinterpretarla.
Ma, se possibile, tra i due protagonisti c’è qualcosa che supera la simbiosi. È la sintesi della sintesi: l’opera, che rappresenta un vantaggio esponenziale. “Ero commosso ed entusiasta da come aveva combinato la sua passione per la pesca con la mia passione per le parole, e l’idea che scrivere sia come pescare, e come aveva dato alla scultura un’utilità pratica che comprendeva la vita naturale.”
Ho amato davvero questo romanzo. Mi è spiaciuto chiuderlo, dopo averne letto l’ultima pagina. Per gli spunti positivi e costruttivi che offre. E perché non è soltanto dialogato: di più, è dialogatissimo, scorrevole, veloce. Proprio come piace a …
… Bruno Elpis