Sarà sepolto proprio di fronte all'amico Italo Calvino, a cui lo scrittore amava dire: " Così prenderemo il té insieme anche nell'aldilà ".
Carlo Fruttero è morto ieri a Castiglione della Pescaia, nella casa in piena pineta di Roccamare che era divenuta la sua dimora dove ritirarsi dopo le morti dell'amico e collega di una vita Franco Lucentini nel 2002 e dell'adorata moglie nel 2007.
Prima traduttore poi assieme a Lucentini, incontrato nel '52 in un bistrò parigino, autore ironico e tagliente sempre capace di leggere la realtà con una lucidità estrema. Tradusse Samuel Beckett, Jerome David Salinger e Johnny Hart; e scrisse con Lucentini oltre venticinque libri tra cui la "Trilogia del cretino", un punto fermo per la letteratura umoristica del Novecento, composta dai libri "La prevalenza del cretino" (1985), "La manutenzione del sorriso" (1988) e "Il ritorno del cretino" (1992). Testi in cui i due inseparabili amici si fanno osservatori caustici e puntuali nella lettura e catalogazione delle storture, le aberrazioni e le idiozie di molti personaggi e molti modi del nostro tempo. Da ricordarsi, inoltre, la direzione ultra-ventennale congiunta di Fruttero e Lucentini della collana di fantascienza Urania di Mondadori.
Da ricordarsi il "Premio Campiello" alla carriera nel 2010, onore che riparava tral'altro la vittoria mancata nel 2007 con "Donne informate sui fatti" dove omaggiato dalla sala con una standing ovation era stato poi bocciato dalla giuria popolare.
L'ultima opera dello scrittore torinese + stata pubblicata nel 2010. Un lavoro a quattro mani col giornalista Massimo Gramellini "La patria bene o male" edito da Mondadori, un almanacco sintetico di 150 anni d'Italia, il cui "intento era di offrire un'infarinatura di storia d'Italia a tutti coloro che ne hanno perso memoria o non l'hanno mai avuta".