“E’ con grande tristezza che noi, la sua famiglia, vi annunciamo la dipartita del nostro amato Jack. Marito, padre, nonno e leggenda a tutti gli effetti. Il mondo della musica non sarà più lo stesso senza Jack, ma lui vivrà per sempre, nella sua musica e nei nostri cuori.”
Recita così il messaggio sulla homepage del sito di Jack Bruce, il leggendario bassista dei Cream. John Symon Asher Bruce, è morto stamane a Bishopbriggs, suo paese natale nei pressi di Glasgow, circondato dai familiari. La notizia ha fatto il giro del mondo in poche ore, data la fama leggendaria che il bassista scozzese ha accumulato nel corso della sua lunga carriera costellata di successi.
Noto principalmente per essere stato una delle colonne portanti dei Cream, assieme ad Eric Clapton e Ginger Baker, nel corso della sua carriera vanta collaborazioni con artisti che vanno da quella con Lou reed (partecipando attivamente alle incisioni del monolitico Berlin), fino ad arrivare alla produzione di Apostrophe di Frank Zappa (titolo di cui Bruce è coautore), senza tralasciare le innumerevoli collaborazioni con musicisti Jazz di fama planetaria. La sua carriera inizierà a vacillare solo nel 2003, anno in cui gli viene diagnosticato un cancro al fegato. Nonostante le pessime condizioni di salute, ha continuato a produrre musica e ad esibirsi fino a pochi mesi prima della sua morte.
Lo stile musicale di Jack Bruce mostrava chiaramente l’influenza della sua formazione classica, lui stesso dichiarò che alcune delle migliori partiture di basso mai scritte furono opera di Johann Sebastian Bach. Oltre alla scuola classica, nella sua musica è fortemente udibile un’inclinazione al Jazz, riconducibili a nomi come James Cameron e Charles Mingus, da cui riprenderà non solo lo stile ma anche le caratteristiche sonore.
Tutto ciò che resta del mito è una miriade di dischi in cui il suo marchio resterà indelebile negli anni a venire, per noi o per chiunque senta il bisogno di ascoltare ed apprezzare quello che per molti è e sarà sempre la quintessenza del basso rock.
Photo credit: Heinrich Klaffs / Foter / CC BY-SA