Magazine Cultura
Mura felici O fiamma soave ...La donna del Lago.No...no!,del Piano della Signora Liguori
Creato il 26 marzo 2012 da Luigiderosa @Luigi2006Và pensiero
di Maria Teresa Liguori
pagine 174 stampato da La Pergamena,giugno 2011
progetto grafico di Antonella Pepe
Leggere il testo di Maria Teresa Liguori fa venire in mente quei film dei primi anni cinquanta dove veniva raccontata l'Italia, quella che cercava di dimenticare la guerra e a fatica si avviava a vivere il boom economico degli anni sessanta. Probabilmente il regista di questo racconto sarebbe stato Vittorio De Sica, le sceneggiatura l'avrebbe firmata con il solito humor Cesare Zavattini , alla fotografia avremmo avuto Aldo Graziati, visti i posti descritti :Napoli,la Penisola Sorrentina e la Terra di Lavoro.La prima inquadratura è su Meta,brevissima sequenza sull'azzurro mare della spiaggia di Alimuri poi zoom su uno splendido vigneto, alcuni contadini,al centro della scena,sono intorno ad un calderone di pasta fumante da dove,armati di forchetta, mangiano divertiti mentre Maria Teresa osserva la meraviglia dell'uva che pigiata promette di diventare un nettare inebriante.Poi si passa in casa, inquadratura sulla parete della cucina impreziosita dalle "caccavelle" di rame , le donne chine a raccogliere la cenere che servirà ad imbiancare il bucato,altre che con recipienti stracolmi d'acqua poggiati sulla testa s'affannano a liberarsi di quel peso. "Vieni Maria Teresa, bevi!, è l'acqua della fonte di Alberi" (all'epoca infatti nelle case della Penisola non c'era l'acqua potabile). Poi ecco un'altra inquadratura su via San Sebastiano a Napoli, c'è frastuono, vocio di bambine che sono tutte in riga come un esercito in miniatura sono le "piccole e le giovani" italiane di Mussolini al loro primo giorno di scuola.Da qui "il film" registra la vita della tipica famiglia borghese partenopea del Ventennio: padre ufficiale dell'esercito, madre casalinga dedicata all'economia della casa , all'educazione dei figli, passioni tante fra queste la musica;in questo film non dovrebbero mai mancare come colonna sonora le più belle arie dell'opera lirica italiana vista anche la bravura spesso dimostrata dall'autrice, così come le corse in auto. Chiuderei il primo tempo con Ascari che taglia il traguardo del Gran Premio a Pescara.
"Secondo Tempo", inquadratura sugli splendidi vestiti dei contadini di Mondragone, siamo alla festa della mietitura, gli uomini con le cioce ai piedi indossano pantaloni stretti alle caviglie,camice colorate e baschi in testa , le donne gonne lunghe , corsetti bianchi e le mantule, Maria Teresa con la madre sullosciaraballotornano felici nella tenuta sulla via Appia al seguito hanno un piccolo asino comprato alla fiera degli animali.La sequenza successiva è terribile, degna del soldato Ryan di Spielberg, Napoli è bombardata costantemente dagli alleati, c'è morte e distruzione, Maria Teresa con il marito Alberto, tornano con la motonave "Aponte" a Piano di Sorrento, tutt'intorno alla nave c'è cenere ed oscurità siamo nel 1944 ed anche il Vesuvio ha deciso di recitare la sua parte nella catastrofe italiana.Il padre di Maria Teresa , Michele Liguori maggiore d'artiglieria è prigioniero dei tedeschi in Russia,solo alla fine della guerra potrà,fortunatamente riabbracciare la famiglia.
Altra inquadratura, Napoli migliaia di ragazzini sventolano bandiere azzurre , la muraglia umana impedisce il passaggio di un' autovettura, all'interno c'è Maria Teresa con il marito Alberto e un ragazzo biondo dal nome straniero Hasse Jeppson, "un matador" venuto dalla lontana Svezia,la passione per il Napoli accompagnerà tutta la vita dei coniugi Evangelista.
Infine l'ultima inquadratura è per una ragazza classe 1922, che accarezzate le rose di Alberto, si siede al suo tavolo da lavoro davanti ha l'ennesimo ritratto realizzato per un'amica, con la matita,sempre la n.7, traccia le ultime sfumature. E' nei particolari che si nasconde l'anima di un quadro e di una persona. Il mio piccolo trailer per questo interessante libro della signora Maria Teresa Liguori è terminato, sostituisco i titoli di coda con un'aria famosa dalla Madame Butterfly di Puccini:
Addio, fiorito asil
Amore o grillo
Bimba dagli occhi pieni di malia
Con onor muore
Io t'ho ghermita
Tu, tu, piccolo iddio
Un bel dì vedremo
Viene la sera
Vogliatemi bene
recensione di Luigi De Rosa
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