Muraglie megalitiche e nuraghi

Creato il 08 ottobre 2013 da Pierluigimontalbano
Muraglie megalitiche e nuraghi
di Pierluigi Montalbano


All'inizio del II millennio a.C., un fenomeno nuovo si affaccia e si mescola con le culture presenti in Sardegna. Le genti di Monte Claro già da qualche secolo erano artefici di una stagione di ricchezza diffusa dovuta alla specializzazione metallurgica che consentì l'invenzione del metodo di separazione dell'argento dal piombo, grazie anche ai ricchi giacimenti di galena argentifera presenti nell'isola. Questo benessere richiamò i leader di varie comunità d'oltremare (orientali, occidentali, settentrionali e meridionali) che rimasero certamente affascinati dalle capacità costruttive e organizzative delle comunità sarde (le definisco sarde perché stabilmente residenti nell'isola). I corridoi di derivazione dolmenica che già da qualche tempo attraversavano le cortine murarie (Monte Baranta, Cabu Abbas...) costituiscono un esempio emblematico della maestria nel sovrapporre le grandi pietre e manipolarle a piacimento.

Fra i nuovi arrivati, colpisce soprattutto la cultura delle genti del Vaso Campaniforme che, dopo aver attraversato l'intera Europa Settentrionale, dagli Urali fino alla penisola iberica, si avventurano per mare toccando le coste liguri, quelle corse, le sarde e, nel giro di un paio di secoli, arrivare fino alla Sicilia, ma senza mai scavalcare gli Appennini. La fusione fra genti di Monte Claro e genti del Campaniforme forma il substrato nel quale si formerà la civiltà nuragica. I primi edifici sono costruiti assecondando le rocce già presenti sulle cime e sfruttando speroni rocciosi che consentono di risparmiare tempo e materiale. Queste arcaiche costruzioni sono attraversate da corridoi di gusto dolmenico e presentano capanne al piano superiore (rigorosamente mai circolari) raggiungibili attraverso scale che perforano la massa muraria.

Nasce in questo periodo l'idea di torre in pietra, e nei secoli successivi si nota la comparsa di qualche centinaio di edifici, denominati nuraghi a corridoio, in luoghi ben precisi: a coronamento di vallate, lungo le vie di accesso alle vallate adiacenti, nelle sponde di fiumi a controllo dei guadi, a presidiare il territorio e testimoniare il possesso di ciò che si trova in determinate zone. Queste prime torri saranno poi modificate, arricchite di elementi funzionali, ristrutturate, sollevate, rifasciate, sottoposte a cambi di destinazione d'uso secondo le necessità del momento e delle comunità che si modificavano nel corso dei secoli. Alcune tribù specializzarono l'allevamento, altre l'agricoltura, altre la pesca...e nuovi edifici, più grandi, belli e funzionali furono adibiti a centri di raccolta e distribuzione del surplus, ossia a mercati.

Nelle immagini il meraviglioso Cabu Abbas di Olbia, un classico esempio di cima sfruttata nei secoli per il controllo del territorio e ristrutturata secondo le esigenze e i gusti dei vari periodi di utilizzo.

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