La scorsa domenica abbiamo raggiunto il Santuario della Madonna del Ghisallo patrona dei ciclisti, nei dintorni del Lago di Como, per visitare il Museo del Ciclismo.
Arrivando al museo si viene accolti dal Monumento al Ciclista sotto al quale è posta una targa che recita queste parole:
"... Poi Dio creò la bicicletta perché l'uomo ne facesse strumento di fatica e di esaltazione nell'arduo itinerario della vita. Su questo colle essa è diventata monumento all'epopea sportiva della nostra gente che sempre è stata aspra nella virtù, dolce nel sacrificio".
In queste righe si trova tutta l'essenza di una passione; quella passione che porta centinaia di ciclisti ogni fine settimana a scalare il temibile "muro del Ghisallo" dalla piccola Bellagio fino in cima al santuario, a quota 750 mt s.l.m.
Di fianco al santuario, il Museo del Ciclismo, inaugurato nel 2006 e fortemente voluto dal ciclista toscano Fiorenzo Magni, Leone delle Fiandre, noto fra l'altro per aver concluso al secondo posto il Giro d'Italia del 1956 nonostante una clavicola fratturata. Uno sforzo e una lezione di vita immortalata in molteplici scatti che hanno fatto il giro del mondo.
Il museo conserva cimeli di inestimabile valore raccolti in più di 100 anni di ciclismo. Si va dalle prime bici con la ruota posteriore a doppio pignone su lati diversi, da invertire in caso di salita o discesa, alle biciclette con i primi cambi classici.
Un museo che coniuga presente, passato e futuro in un'unica ala espositiva. Articoli cartacei della Gazzetta dello Sport degli ultimi sessant'anni sfilano accanto a schermi tattili e interattivi che offrono documentari e cortometraggi sul ciclismo storico e contemporaneo.
Il Museo del Ciclismo vanta inoltre la più grande collezione di Maglie Rosa esistente in Italia, le biciclette di indimenticabili campioni come Bartali e Coppi e cimeli di più recenti miti del ciclismo come Pantani e Ballerini. In particolare del Pirata si trova la maglia della sua ultima squadra, la Mercatone Uno, con la quale vinse Tour de France e Giro d'Italia nel 1998. Era conservata anche la maglia gialla del Tour del '98, ma è stata purtroppo recentemente rubata.
Bicicletta di Bartali: con questa vinse il Tour de France nel 1948
Maglie Rosa al Museo del Ciclismo di Ghisallo
Oltre a questo, si trovano un sacco di altre chicche per "palati fini": dalle vecchie biciclette dei Bersaglieri alla grande collezione di volumi e riviste dedicate al ciclismo. Per appassionati o semplici curiosi di passaggio dal Lario, una tappa imperdibile per celebrare e ammirare la storia dei grandi miti delle due ruote.
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