Inaugurato il 30 ottobre 1999 su impulso di mons. Maurizio Galli, vescovo di Fidenza dal 1998 al 2007, per conservare le opere d’arte provenienti dalla Cattedrale di San Donnino e dalle chiese del territorio diocesano. L’itinerario museale si sviluppa in due sezioni, collegate ma autonome: una all’interno del Palazzo Vescovile e l’altra nel Matroneo settentrionale della Cattedrale. I beni che compongono le raccolte museali si dividono in quattro gruppi.Il primo consta di oggetti risalenti ai primi secoli dopo l’Anno Mille ed è ciò che rimane dell’antico “Tesoro di San Donnino”. È un nucleo apparentemente disomogeneo di manufatti legati al culto del Santo patrono, Donnino, o all’arredo del suo Santuario: reperti archeologici, resti architettonici, sculture, oggetti liturgici. Quattro di essi da soli giustificherebbero la costituzione del Museo, poiché sono opere d’arte romanica di grandissimo valore, create appositamente per il Duomo o portate in dono da personaggi di rango: il Fonte battesimale in marmo scolpito (metà del XII sec.), decorato da figure a mezzo busto che raffigurano o alcuni momenti del rito del Battesimo o le funzioni attribuite dai pontefici al prevosto di San Donnino; la Maestà mariana di Benedetto Antelami (pietra di Vicenza, sec. XII-XIII); l’Acquamanile a forma di colomba, in bronzo fuso, bulinato, argentato e dorato (bottega orafa di Hildesheim, metà sec. XIII). È un recipiente per liquidi munito di due aperture che funge da versatoio; il Calice ansato detto di San Donnino, d’argento dorato, splendida opera di oreficeria renana del XII secolo. Coppa e piede lisci sono lavorati a sbalzo, nodo e anse sono fusi e poi rifiniti a cesello e bulino.
Il secondo gruppo costituisce il “Tesoro del Duomo” ed è composto dagli oggetti realizzati dopo l’elevazione della chiesa-santuario di San Donnino a Cattedrale diocesana. Comprende dipinti, reliquie, suppellettili liturgiche in metallo, legno, tessuto. Di particolare rilievo: la tela con l’Assunzione di Giulio Campi (sec. XVI); la Madonna Assunta con san Rocco (1576) e la Deposizione di Cristo nel sepolcro (fine sec. XVI) di Vincenzo Campi.
Il terzo gruppo comprende gli oggetti (per lo più dipinti e beni suntuari) provenienti dal territorio della Diocesi, per metterli al riparo dal degrado o dai furti. Spiccano tra essi due affreschi staccati: San Giorgio che libera la principessa dal drago (XIV secolo) proveniente dalla chiesa di San Giorgio e la Madonna della Grazie (sec. XIV-XV) dalla chiesa di San Michele.
Il quarto gruppo, infine, riunisce tutto ciò che deriva dai lasciti a favore della Diocesi, come gli oggetti appartenuti ai vescovi del passato o donati al Museo dopo la sua istituzione.Completa la visita al Museo Diocesano il Matroneo settentrionale, cui si accede dall’interno del Duomo attraverso la duecentesca scala a chiocciola della Torre del Folletto. Tra gli oggetti esposti sono di particolare interesse il Forziere medievale in cui il Capitolo della Cattedrale di San Donnino conservava le pergamene dei privilegi e delle proprietà della chiesa, il Tronetto processionale barocco della Madonna del Carmine e Reliquiari a busto del Seicento.
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