Mi piacciono le cose vecchie, gli oggetti antichi che raccontano storie di tradizioni e di abitudini che sono andate perdute. Insieme alle storie che ne raccontano l’impiego, fanno parte del nostro passato (magari non precisamente del nostro, ma di quello dei nostri nonni senza dubbio). Ci fanno capire com’è cambiata la nostra società, la nostra cultura, il nostro modo di vivere la quotidianità. E poi sono quasi sempre belli da vedere, con un fascino d’altri tempi a cui personalmente mi è difficile resistere (non dimentichiamo che avrei sempre desiderato da grande fare il robivecchi).
Ieri sono stata in visita a Milzano, piccolo paesino della bassa bresciana (poche case in aperta campagna, il bar di paese sulla piazza della chiesa, e un solo negozietto che vende un po’ di tutto). Qui un gruppo di amici ha ristrutturato un vecchio cascinale e lo ha riempito con oggetti e cimeli racconti in una vita: cose trovate in cantina o in soffitta, collezioni di “memorabilia” dell’epoca contadina, attrezzi da lavoro, oggetti donati da conoscenti e persone desiderose di sbarazzarsene ma senza buttarli. Tutto è conservato con la massima cura: gli utensili da cucina disposti su antiche credenze e appesi alle pareti, i servizi di piatti e posati messi sulla tavola apparecchiata, le foto in bianco e nero incorniciate con piccole cornici dell’epoca, le mensole e i ripiani stipati di oggetti d’uso quotidiano. Il tutto legato al filo rosso della passione di questi amici che con orgoglio mostrano il loro tesoro e ne raccontano le storie mentre conducono chi visita da una stanza all’altra della vita di una volta. Un posto dove vale la pena fermarsi.
NOTE: Se vi interessa farci un giro, trovate più informazioni sul Museo Contadino di Milzano qui.