Istituzione libera ed aperta a tutti i ceti sociali con distinzioni che derivavano solamente dal valore personale, secondo il fondamentale principio dell'uguaglianza di tutti i Cavalieri.
L'educazione cavalleresca tendeva a curare la cortesia intesa come rispetto, come benevola considerazione per gli altri nonché a coltivare il sentimento dell'amore inteso quale fedeltà alla parola data ed alla causa alla quale il cavaliere si era consacrato.Viale Giolitti 5 10064 Pinerolo (Torino) tel 0121/397616orari: martedì, mercoledì,venerdì, sabato 9.00/11.15 -15.00/17.15 domenica 9.00/11.15 chiuso lunedì, giovedì e i festivi
Website del Museo Storico dell'Arma di Cavalleria
"Più che in un museo sembra di essere in casa di una grande famiglia, fra i ricordi dei propri antenati", scrivono così i cugini francesi di Saumur, commentando i tre splendidi piani che raccolgono i cimeli di trecento anni di storia della Cavalleria.
Non mancano in realtà piccole enfasi retoriche, ma che importa quando una collezione è così ricca di fascino? Si comincia con la sezione dedicata alle Cavallerie estere, con uniformi e documenti dei cavalleggeri americani, degli ussari, dei dragoni, degli ulani, delle guardie portoghesi, indiane, dei lancieri inglesi. Poi si passa alla Sala d'armi, con vessilli, armature, moschetti, lance.Segue la sezione dedicata alla Scuola di Cavalleria di Pinerolo che occupò a lungo i locali dove ora ha sede il museo. Tra l'altro si parla di cavalli, di ostacoli, di addestramento, singolo e in gruppo; sono custoditi un trattato nepalese di ippologia, ferrature, finimenti, e, su un cuscino, sono esposti i ferri di un cavallo mitico, "Nasello italico".Passiamo nella quadreria, che espone molte belle opere, e poi nella sala dei trofei sportivi, cui si aggiunge una curiosa collezione di ricordi romantico-mondani che rimandano al fascino retro della cavalleria. Arriviamo così al Salone degli Stendardi dove sono custoditi gli autentici vessilli di quasi tutti i reggimenti italiani.
Ecco poi i cimeli della Prima Guerra Mondiale e dei coraggiosi cavalieri che "galoppavano" a bordo di incerti biplani. Tra questi il grande Francesco Baracca. Seguono le vicende della Seconda Guerra Mondiale, la campagna di Russia, la Resistenza e infine la trasformazione in arma corazzata.
La raccolta nasce dalla generosità di oltre novecento donatori mossi del grande fascino che ancor oggi la cavalleria riesce a trasmettere.
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