Nel 1976, a seguito del massacro di Soweto, la famiglia (nel frattempo erano nati due dei loro figli) si trasferisce nuovamente a New York. Faranno ritorno in Sudafrica (dove ancora vivono, a Cape Town, pur con frequenti periodi a New York) solo nel 1990 a seguito della liberazione di Nelson Mandela e dopo aver risposto al suo esplicito invito a tornare in patria. Oggi Abdullah Ibrahim oltrea a continuare a suonare e comporre è impegnato nella formazione dei giovani musicisti sudafricani.
Il suono del suo piano risente dell'influenza di Thelonious Monk e di Duke Ellington, che sono alla base della formazione stilistica del pianista sudafricano. Ma oltre jazz e ai suoni della tradizione africana, la musica di Abdullah Ibrahim risente della grande religiosità che ha sempre accompagnato la sua vita, culminata con la conversione all'islam, e del profondo legame con la cultura orientale, oggetto dei suoi studi giovanili. Oltre ad aver pubblicato a partire dagli anni '60 una grande quantità di lavori, ad aver scritto la colonna sonora del film Chocolat di Claire Denis, Abdullah Ibrahim ha suonato e collaborato con gli uomini che hanno scritto la storia del jazz nel mondo: Duke Ellington, John Coltrane, Ornette Coleman, Billy Strayhorn, Archie Sheep, Max Roach, Elvin JonesDon Cherry, Dexter Gordon e Gato Barbieri. Egli stesso rappresenta uno dei tanti uomini (molto poche, purtroppo, le donne) che hanno impreziosito e reso fantastica la musica jazz.
Ecco il sito ufficiale di Adullah IbrahimVi posto inoltre questo interessantissimo articolo su Abdullah Ibrahim apparso nel 2001 sul The Guardian, a firma di Maya Jaggi, intitolato The sound of freedom.
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