Ciao a tutti!
Un paio di anni fa' avevo deciso di aprire questa pseudo-rubrica per presentarvi quelli che secondo me sono gli artisti o i gruppi emergenti più interessanti, e dopo ben due anni finalmente ho trovato un po' di materiale di cui parlarvi, quindi si riparte con Musica Dalle Cantine! Perchè questo titolo alla rubrica? Perchè la cantina è uno dei luoghi dove si trovano i ragazzi alle prime armi per suonare e sognare di formare una band e vivere di musica, e poi perchè è il luogo nascosto di una casa, che non si nota ma che spesso conserva vini eccezionali, bottiglie che per anni sono rimaste lì naascoste, a fermentare e maturare, fin quando qualcuno apre la porta della cantina, le prende, le stappa e scopre quanto sia buono il vino che c'è dentro....
Direi che non c'è metafora più adatta al gruppo che sto per presentarvi, visto che loro di cantine e di vino certamente se ne intendono.... Marco Ghezzi e Gianluca Perucchini sono due ragazzi bergamaschi, rispettivamente classe '84 e '86, che, spesso accompagnati dalla "Family", un gruppo di artisti amici (tra cui anche Roberta Sammarelli, bassista dei Verdena), compongono, scrivono e suonano veramente bene, e ci tengo a precisare che questo giudizio non è dettato nè dal fatto che siano bergamaschi come me e nemmeno dal fatto che il buon Perucchini sia stato mio compagno di classe alle scuole medie, ma solo ed esclusivamente dall'ascolto dei loro pezzi. Nascono e suonano per qualche tempo sotto il nome di De Seekas, proponendo pezzi accostabili al cosiddetto Stoner-rock, finchè non appoggiano le mani su un impolverato pianoforte di Cincinnati che loro in amicizia chiamano Howard, e che li trasporta in una dimensione insolita, un'atmosfera a tratti allegra e a tratti dormiente, a volte in preda a deliri psichedelici e altre volte divertente e scherzosa, decidono così di cambiare registro, a partire dal nome, che viene semplicemente letto allo specchio, diventando Sakee Sed. Howard, come dicono loro stessi, li proietta in un immaginario saloon polveroso, tanto realistico da poterlo quasi toccare, e anche la loro musica cambia irrimediabilmente, cominciando a prendere venature marcatamente folk, con una spolverata di country e un pizzico di blues quanto basta, pur rimanendo ancorata all'indie rock.
Così, ipnotizzati da Howard, i Sakee Sed si appoggiano al bancone del saloon e tra un whiskey, un bicchiere di vino e una sana scazzottata mettono in musica le loro storie, storie che trasmettono paranoie, paure, sensazioni strane, botte da sbronza e soprattutto la voglia di raccontare, raccontarsi e prendersi anche un po' per il culo. I due prendono 13 di queste storie deliranti e divertenti e le schiaffano sul loro album d'esordio, intitolato "Alle basi della Roncola" (la Roncola è un monte vicino Bergamo). L'album riceve ottimi riscontri da parte del pubblico e della critica, ne parlano siti di musica indie, ma anche magazine come Blow Up e Rolling Stone; nei poco più di tre quarti d'ora di durata dell'album si susseguono tutte le sensazioni che si possono provare nel saloon a notte fonda, quando a fare compagnia è rimasto soltanto il barista con il grembiule indosso e lo straccio in mano, quando si è talmente ubriachi da raccontare tutte le proprie paure, ma anche quando la compagnia è più folta e si ha voglia di ballare qualcosa, di prendersi in giro e divertirsi, il sound è un cocktail di influenze italiane e internazionali, nella musica dei Sakee Sed c'è un po' di Tom Waits e un po' degli Afterhours, un po' dei Cure e un po' di Johnny Cash, c'è un po' di country del far west e un po' del cantautorato italiano "di nicchia" in stile Capossela, appoggiati su una solida base di tipico indie-alternative rock italiano, il tutto accompagnato dal sempre presente Howard e da un sacco di strumenti diversi, dal banjo all'organo, chitarre elettriche e acustiche, ukulele e quant'altro. A mio avviso nel disco ci sono due vere perle, rappresentate da "Walzer" e "Caffè degli artistici", oltre all'interessantissima "Vermouth & baby", ma di certo quello che traspare dall'ascolto dell'intero album è che i Sakee Sed sanno quel che fanno quando prendono in mano i loro strumenti, hanno tecnica e una buona maturità artistica nonostante siano al debutto, e, cosa non poco importante, vivono in prima persona la loro musica, si divertono, scherzano parlando del più e del meno e poi d'un tratto si fanno seri e malinconici, però poi per fortuna sul bancone bagnato scivola un altro bicchiere e Howard torna a dare ritmo cadenzato e voglia di non pensarci e ballare.
A pochi mesi di distanza arriva poi il primo EP, autoprodotto come il precedente, che, giusto per ribadire le atmosfere etiliche di "Alle basi della Roncola", si intitola "Bacco". L'EP è composto da 5 brani che riprendono a grandi linee il lavoro precedente; qui il ritmo delle sensazioni è un più alto, quello che era cupo nel primo album ora diventa buio pesto, e di contro quello che era simpatico e divertente diventa travolgente ed esilarante. C'è spazio anche per "C'è stato un party", brano di soli 2 minuti ma secondo me geniale, con tanto di rumore di posate e bicchieri a tempo di musica.... divertente anche il video della Title track, con i due vestiti da marinai e animazioni realizzate in stop motion.
Insomma, ridendo e scherzando i Sakee Sed hanno sfornato 18 pezzi che mescolano il classico e la sperimentazione, questi due ci sanno veramente fare, e per chi è avvezzo all'indie rock sono sicuro che saranno una bella scoperta, per chi invece non lo è servirà forse più di un ascolto per comprenderli, come succede per ogni gruppo di questo genere, certo è che questo è solo l'inizio, Ghezzi e Perucchini hanno in cantina ancora parecchio vino, e chissà come sarà la prossima bottiglia....
Se vi è venuta voglia di ascoltarli questo è il loro Myspace:
http://www.myspace.com/sakeesedfamily
Non mi resta che alzare un bicchiere per i Sakee Sed e augurare buon rock a tutti voi!