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Musica e film, tra dammaturgia e scenografia #

Creato il 23 giugno 2013 da Albertomax @albertomassazza

musica filmIl rapporto tra musica e film è stato fatto oggetto di analisi da una gran quantità di studiosi, sin dai tempi della primissima diffusione della Settima Arte. Il cinema (anche quello muto, nel quale la proiezione fu da subito accompagnata dall’esecuzione musicale dal vivo o attraverso strumenti di riproduzione) ha sempre visto nella musica un suo ideale complemento, in grado di dire un di più, accrescendo o stemperando la tensione, confermando e completando le informazioni, caratterizzando ritmicamente il film, partecipando in modo determinante alla creazione dell’atmosfera, evocando percezioni sensoriali altrimenti precluse al cinema, data la sua asetticità rispetto alle forme teatrali tradizionali.

Il sincretismo che si è creato tra il mezzo filmico e quello musicale è stato favorito dalla natura progressiva di entrambi, vale a dire dal loro sviluppo temporale, piuttosto che spaziale. Tale sincretismo ha generato un legame talmente indissolubile tra le due componenti da far divenire improprio parlare di binomio musica-cinema, in quanto il cinema è costitutivamente anche musica e, di conseguenza, si pone nella linea genealogica dell’Opera d’arte totale che va dalla Tragedia greca al Melodramma.

A mio parere, da un punto di vista prettamente rappresentativo, la pletora di funzioni svolta dalla musica nel suo rapporto con il film può essere sintetizzata in due funzioni cardinali: drammaturgica e scenografica. Nella prima, il mezzo sonoro interviene direttamente nella formazione dell’ossatura del film,  nella sceneggiatura, interagendo con gli attori sul loro stesso piano. La funzione scenografica è svolta nella complementarietà della musica nei confronti della sceneggiatura, in modo da impreziosirla, come una bella cornice con un quadro. Queste due funzioni non si escludono a vicenda, ma rappresentano due poli di attrazione opposti che creano un campo di gravità, nel quale si manifestano tutte le possibili varianti generate dalla ricerca del sincretismo musica-film.

Prendendo ad esempio due binomi regista-musicista paradigmatici del rapporto film-musica, Fellini-Rota e Leone-Morricone, si può notare come nel primo la musica ha una funzione scenografica preponderante, mentre nel secondo è decisamente più drammaturgica. Nel balletto nella nebbia di Amarcord (così come nel walzer dello stesso Rota per Il Gattopardo di Visconti) la musica svolge una funzione drammaturgica che si sviluppa in senso scenografico. Nel carillon di Per qualche dollaro in più, viceversa, la funzione scenografica dell’oggetto trova il suo compimento nella drammaturgia; in C’era una volta il West, addirittura, l’oggetto musicale si identifica con il protagonista del film, Armonica-Charles Bronson.



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