di Floriana Lenti
“Sono un musicista da turismo, sempre in viaggio, in ogni posto mi piace fermarmi, suonare, ascoltare. Spero che il futuro, anche se non è prevedibile, sia uguale al presente perché mi piace quello che faccio”. E’ così che Ellade Bandini, loquace, affabile, umile, storia della batteria nella musica italiana e non solo, si è presentato.
Oggi sarà a Perugia e terrà alle 17:30 un incontro/stage con batteristi, musicisti e giovani amanti della musica, in serata si esibirà sempre al Bad King con altri due artisti. Cosa si aspetta dai giovani che verranno ad incontrarla?
Parleremo dei miei cinquant’anni di attività, darò ai ragazzi dei suggerimenti, ma sicuramente cercherò di lasciare ad ognuno di loro messaggi di speranza; loro che si aspettano questo da me. Cercano parole d’incoraggiamento perché la situazione in cui vivono è abbastanza spiazzante. Ci sono più insegnanti che allievi e ci sono più scuole che gruppi musicali. Il mestiere di batterista è già finito a meno che non accada un miracolo che capovolga le cose. Oggi tutti si aspettano di vedere pratiche musicali super tecniche, cose che io non so fare. Si suona per le emozioni, suonare solo per i batteristi è una cosa a mio avviso inutile. Sono molto curioso però di ascoltare i giovani e sono convinto che avrò molto da imparare.
Al Bad King ogni mercoledì suonano musicisti molto bravi, non sempre conosciuti; lei rappresenta un’eccellenza e questa sera si potrà assistere ad un evento unico. Per la prima volta si potrà assistere all’esibizione di un trio originale: lei, Joe La Viola (sax) e Nik Mazzucconi (basso). Cosa ne pensa?
Sono davvero contento. Oggi chi ha dei locali fa sempre fatica a creare eventi interessanti. Sono stato contattato da Juri Pecci e da Antonio Ballarano, artisti ormai noti in Umbria, ed ho risposto con entusiasmo al loro invito. Non sono un batterista da competizione ed il mio obiettivo è divertirmi. Insieme a Joe La Viola e a Nik Mazzucconi ho già suonato, questa sera li rivedo, mi sono inserito nel loro duo con lo scherzo e so che su quel palco potrà succedere di tutto. Capita, se nasce la vera intesa, che si prenda il volo… Sia Joe La Viola che Nik Mazzucconi sono eccelsi musicisti, vantano collaborazioni artistiche nazionali e internazionali e non vedo l’ora di dare vita alla vera Contamination Live.
Ha collaborato con grandi musicisti italiani come Guccini, Conte, Branduardi, De Andrè, De Sio, Capossela, Mina, Jannacci, ma anche internazionali tra cui Phil Woods, Lee Konitz, Ray Bryant, Carl Fontana, Tony Scott, Mike Melillo. Qual è stata l’esperienza per lei più significativa?
A livello di tournée sono molto legato ad Edoardo Bennato. Negli anni ’60 ho avuto un momento di crisi e per cinque anni ho seguito Al Bano per il mondo. Dopo aver inciso 877 lp ho deciso di viaggiare ed è stata la scelta migliore che potessi fare. Quello che conta per me non è la fama dell’artista, ma la possibilità di esprimersi. Ognuno degli artisti con cui ho suonato mi ha dato tantissimo e con ognuno conservo ricordi indimenticabili, porto con me i loro caratteri ed io stesso suonando con loro mi sono trasformato. Non ho mai cercato il successo, a me interessa suonare. Sono fortunato, mia sorella Esperia mi sostiene nel percorso artistico e ho alle spalle una famiglia straordinaria che mi ha consentito di diventare quel che sono. Vengo da un passato in cui ci si esibiva nelle balere, che erano la vera palestra musicale. La musica è fatta di armonia, melodia e ritmo, e il ritmo non deve mai coprire le altre due. Bisogna lavorare sulla creatività. Quello che ho imparato è che adesso ciò che conta veramente è essere riconoscibili.